Vibo Capitale del libro, disco verde alle spese (600mila euro), ma senza programma
L’intero quadro economico del progetto, che durerà un anno, è stato approvato dalla dirigente di settore Adriana Teti. Ecco tutti i costi
Al momento Vibo Capitale del libro 2021 costa al Comune capoluogo 600mila euro: 500mila sono i fondi che arriveranno direttamente dal Ministero della Cultura, il resto, invece, l’amministrazione del sindaco Maria Limardo ritiene che «a livello locale e calabrese sia possibile reperire ulteriori risorse che si stimano prudenzialmente ad altri 100mila euro». Ad oggi, insomma, non ci sono. Si spera, comunque, che ci saranno. [Continua in basso]
Cosa è stato approvato
L’intero quadro economico del progetto, che durerà un anno, è stato approvato dalla dirigente di settore Adriana Teti che, contestualmente, ha dato il disco verde anche ad un “avviso pubblico per l’individuazione di operatori economici dei servizi di somministrazione di alimenti e bevande, ricettività, noleggio service audio-video-luci, servizio transfer, attività di agenzia viaggio e turismo da inserire in liste per tipologia di servizio erogato nell’ambito delle manifestazioni di Vibo Valentia Capitale italiana del libro 2021”. Di tutto di più, insomma.
Mistero sul programma
Vibo Capitale del libro, al momento, non ha il programma. Il calendario vero e proprio degli eventi dell’intera kermesse culturale non c’è. Da quanto appreso, dovrebbe essere stato già approvato dalla giunta di Palazzo Luigi Razza con la delibera numero 106. Ma l’atto, stranamente, non risulta pubblicato. È fermo. La scaletta delle diverse iniziative che si andranno a realizzare nei prossimi dodici mesi, insomma, rimane un oggetto misterioso. [Continua in basso]
Scopi e obiettivi
Intanto, sempre la dirigente comunale spiega gli scopi e gli obiettivi che il conferimento del titolo alla città capoluogo impone. E, tra l’altro, si legge nella determina approvata lo scorso 15 luglio, che Vibo Capitale del libro 2021 punta «al miglioramento dell’offerta culturale, alla crescita dell’inclusione sociale e al contrasto della povertà educativa», nonché – è scritto – «al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociali, allo sviluppo della partecipazione pubblica, all’utilizzo delle nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e di altre categorie a rischio di esclusione sociale e delle innovazioni tecnologiche, quali gli anziani e i disabili».
Ma poi si scommette anche «sulla promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi», quindi «sul conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale, anche con riferimento all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu». Non manca nella determina di sottolineare che l’evento vuole, inoltre, «diffondere l’abitudine alla lettura e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di consumo culturale, promuovere la frequentazione delle biblioteche e delle librerie e la conoscenza della produzione libraria italiana, incentivandone la diffusione e la fruizione». [Continua in basso]
Il fine ultimo
Tutte le azioni che si intendono realizzare attraverso il programma Vibo Capitale italiana del libro hanno un fine ultimo. E dunque – scrive la Teti – primariamente «sono funzionali allo sviluppo di un sistema urbano di lettura e, al contempo, ne traggono sostegno e beneficio in una logica di integrazione funzionale, amplificando la portata e gli effetti di ciascuna, moltiplicandone la conoscenza e la visibilità, generando sinergie e nuove opportunità. Tali azioni mirano da un lato al potenziamento dei presidi e dei luoghi coinvolti, dall’altro all’acquisizione di infrastrutture tecnologiche e strumentali di supporto alle azioni di sistema e a disposizione degli attori coinvolti, dall’altro ancora – si legge nella determina – alla valorizzazione delle molteplici attività ed iniziative nel campo della promozione della lettura realizzate nel territorio da una pluralità di soggetti pubblici e privati».
L’amministrazione comunale ha, pertanto, individuato fra gli interventi da finanziarsi col contributo previsto dal titolo, descritti nel dossier di candidatura, «follow up e consolidamento delle buone prassi già avviate nella città per la promozione della lettura, grazie alla collaborazione di numerosi attori locali», nonché «l’avvio di azioni dal basso attraverso il meccanismo del bando, per la realizzazione di specifiche e nuove iniziative, complementari rispetto alle altre, dall’elevato valore sociale e culturale». E ancora: «Implementazione dei presidi diffusi nel territorio cittadino, mediante l’allestimento dei punti di lettura, l’acquisto di libri e di dotazioni tecnologiche, partnership con le associazioni culturali che realizzano da anni Festival e rassegne letterarie nella città e nel territorio regionale, allo scopo di attrarre a Vibo Valentia manifestazioni ed incontri di speciale rilievo e portata».
Tutti i costi: punto per punto
Andando, comunque, nel dettaglio delle voci di spesa, segnaliamo subito che ci sono 30mila euro di spese generali, ma non definite in alcun modo. Questo il resto: attrezzature e software (10mila euro); attività progettuali (155mila euro); comunicazione (60mila euro); monitoraggio (15mila euro); gruppo di lavoro, rimborsi spese, viaggi (15mila euro); stampa materiali, cataloghi e altro (20mila euro); allestimento spazi (40mila euro); collaborazioni (45mila euro); copyright (5mila euro); assicurazioni (5mila euro); ospiti e ospitalità (40mila euro); acquisto libri per neonati e famiglie (85mila euro); miglioramento delle biblioteche, potenziamento di quelle scolastiche e apertura della biblioteca a Vibo Marina (75mila euro). Tirando la linea a tutto ciò il totale è dunque pari a 600mila euro.