Crisi idrica a Vibo, l’affondo del M5S: «L’amministrazione faccia fatti»
I consiglieri Santoro e Pisani invitano l’esecutivo Limardo a rendere la città «civile». Chiesto l’invio delle autobotti e la sistemazione delle casette dell’acqua in ogni quartiere
«Ogni anno è sempre uguale, anzi questo è peggio. Mentre il Comune di Vibo Valentia sta operando con il famoso progetto di “ingegnerizzazione” delle tubature dell’acqua potabile, i cittadini sono alle prese con giorni e giorni di mancanza del prezioso liquido. Questa non è una città “incivile”, non accettiamo gli annunci dell’amministrazione dei tanti progetti messi in cantiere se poi i progetti principali, acqua e pulizia strade, fanno pena». Durissimo affondo dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Domenico Santoro e Silvio Pisani contro l’amministrazione Limardo. Nel mirino la crisi idrica che ormai da giorni ha letteralmente messo in ginocchio i cittadini di Vibo Marina e Bivona, ma anche i turisti, alcuni dei quali, esasperati di vivere senz’acqua in casa in piena estate, hanno preferito di andare via. Scappare.
«Abbiamo sempre sostenuto – aggiungono i due esponenti della minoranza al Comune capoluogo – che il progetto di “ingegnerizzazione” delle tubature non modifica di molto la situazione deficitaria della rete con intoppi e perdite consistenti, dall’altra parte il Comune non ha mai ricercato i “furbetti” che non pagano l’acqua ed anzi la sottraggano a coloro che pagano realmente. Il Comune dice di riempire i serbatoi locali di ogni frazione ogni sera, ma alle 6 di mattina questi si svuotano per effetto molto strano, forse molti rubano l’acqua anche attraverso pompe che succhiano il liquido dalle tubature o ci sono altre motivazioni. Vorremmo saperle. L’assessore – ricordano ancora Santoro e Pisani – ha dichiarato, in consiglio comunale, che loro comprano 6 mln di mc di acqua dalla Sorical e ne fatturano ai cittadini 2.8 mln. Pertanto il sistema è sbilanciato proprio nelle frazioni in cui in estate il bisogno di acqua aumenta di molto. Mentre manca l’acqua si elabora un mega progetto di “Parco” sull’ex cementificio, siamo sicuri che alla fine cercheranno i soldi pubblici del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e diventerà una cattedrale nel deserto come l’albergo San Leonardo che ha richiesto sia i soldi pubblici e sia di stravolgere paesaggisticamente una montagna ed ora è chiuso. Chi ci ridarà i soldi pubblici e chi riparerà la montagna?. Basta con gli annunci – concludono i due consiglieri – l’amministrazione faccia fatti con l’acqua e con la pulizia della città per renderla civile anche con le autobotti di distribuzione dell’acqua ai cittadini e le casette dell’acqua in ogni quartiere per come il consiglio comunale ha approvato di recente su proposta dell’opposizione».