Elezioni provinciali, Luciano “sposa” i sovranisti e torna al tavolo del centrodestra
Tra l’ex presidente del consiglio comunale di Vibo e il movimento guidato da Mimmo Arena un «accordo programmatico sul modello Lega-M5S» che coglie di sorpresa Forza Italia, piace all’Udc ma crea malumori in Vibo Unica che l’interessato smentisce: «Non rinuncio alla mia identità politica»
Una mossa che, dopo le prese di distanza dalla maggioranza consiliare del Comune di Vibo e il sostegno elettorale alla coalizione di centrosinistra nelle Politiche del 4 marzo, lo porta nuovamente e a pieno titolo nell’alveo del centrodestra. D’altra parte un nuovo appuntamento elettorale, quello con le Provinciali, si profila all’orizzonte e, dunque, quale migliore occasione per tessere alleanze che potrebbero tornate utili in vista delle consultazioni che contano per davvero: leggasi elezioni regionali e comunali. Stefano Luciano, già presidente del consiglio comunale nella maggioranza di centrodestra a Vibo, dopo le digressioni a sinistra e l’appoggio alla lista Civica popolare alleata del Pd alle ultime politiche, siede ora al tavolo dell’interpartitica di centrodestra per le elezioni provinciali del 31 ottobre. E lo fa in una veste inedita, vale a dire forte di un “patto federativo” con il Movimento per la sovranità. A sponsorizzare il suo ingresso, infatti, nella riunione interpartitica tenutasi ieri sera, c’erano Mimmo Arena, coordinatore regionale del movimento guidato dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (in queste ore a Vibo), il coordinatore provinciale Salvatore Bulzomì e l’esponente della direzione nazionale dello stesso partito ed ex senatore Francesco Bevilacqua. Non solo. Il ritorno di Luciano nella casa del centrodestra è stato benedetto dal suo ex padrino politico, quel Gaetano Bruni, presidente regionale Udc, con il quale dopo gli attriti passati i rapporti sembrano essersi riannodati. L’ex presidente della Provincia avrebbe anche esplicitamente auspicato che l’apporto di Luciano al centrodestra non si esaurisca al voto per il rinnovo del Consiglio di Palazzo ex Enel ma possa mantenersi per i prossimi appuntamenti con le urne.
L’inaspettato rientro di Luciano, accompagnato per l’occasione dal consigliere comunale di Vibo Unica Giuseppe Policaro e dall’ex assessore Enzo De Filippis, ha colto di sorpresa i promotori dell’assemblea, ovvero l’area di Forza Italia con il senatore Giuseppe Mangialavori in testa, motore di una discussione che dovrà portare ad una proposta politica in vista delle Provinciali. Area che, dopo l’abbandono del tavolo di alcuni ex rappresentanti di centrosinistra come Francesco De Nisi e Pietro Giamborino, ha accolto il nuovo ingresso nei termini proposti, non disdegnando la dote di 7 consiglieri comunali nella sola città capoluogo, e aggiornato l’interpartitica a nuova seduta. Già nei giorni scorsi segnali di convergenza tra le parti in questione (Vibo Unica, Udc e sovranisti) si erano registrati sul tema della gestione dei rifiuti a Vibo con toni sprezzanti nei confronti dell’attuale amministrazione sostenuta, com’è noto, da Forza Italia. Dunque, Luciano e Mangialavori: avversari al Comune, alleati alla Provincia di Vibo. Una posizione “scomoda” che non avrebbe mancato di suscitare le perplessità di alcuni esponenti dello stesso gruppo consiliare Vibo Unica, di cui Luciano è principale esponente. L’interessato smentisce: «Faccio tutto concordando con i consiglieri e attribuendo a loro la scelta della linea politica, mai ci sono state fughe in avanti da parte mia, tantomeno in questo caso». Anche sulla natura del “patto federativo” con il Movimento per la sovranità, Luciano aggiusta il tiro. «Parlare di federazione è una forzatura – spiega -. Questa implicherebbe la formale sottoscrizione di un documento che in questo caso non c’è stata né ci sarà. Io intendo rimanere distinto da questo movimento sia come soggettività che come identità politica. Non è un patto federativo – ha ribadito -, piuttosto un accordo programmatico su alcuni punti da inserire per la prossima competizione elettorale e il prossimo governo provinciale, sul modello Lega-M5S. Mutuato nella nostra realtà, questo modello comporta che io mantengo la mia identità politica e, insieme ai sovranisti, individuo alcuni punti programmatici che interessano lo sviluppo del territorio». Il ritorno allo stesso tavolo con Forza Italia non imbarazza l’ex presidente del consiglio comunale vibonese. «Sono stato già seduto all’interno di una coalizione di centrodestra (al Comune, ndr), sulla cui nascita ho avuto un ruolo determinante. La rottura è avvenuta sulla figura del sindaco Costa e non direttamente con le forze politiche della maggioranza». Infine, anche sulla posizione assunta alle ultime Politiche Luciano gioca sul filo del “politichese”. «In quel caso io ho sposato una candidatura, quella di De Filippis, già maturata nell’Ncd. Dopo la spaccatura di quel partito, la candidatura in questione è confluita in Civica popolare della Lorenzin che si è alleata sì con il Pd, ma ha mantenuto però una sensibilità di centro e non certo di sinistra».
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