Comune e dissesto, il sindaco scrive al Ministero: «Vibo diventi un caso politico»
Scontro, però, con l’opposizione consiliare che ha chiesto al primo cittadino di portare in Consiglio la recente nota della Corte dei Conti e la lettera inviata al ministero degli Interni
È stato il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo ad aprire il consiglio comunale di questa mattina, riunito per l’approvazione, tra l’altro, del Bilancio di previsione 2021. Una comunicazione formale, ma rivelatasi poi dal contenuto forte e che ha pure scatenato il primo scontro con l’opposizione. Il primo cittadino ha, infatti, prima informato l’aula consiliare della nota giunta qualche giorno fa all’amministrazione da parte della Corte dei Conti che, come è noto, ha chiesto agli uffici finanziari dell’ente integrazioni contabili riguardo il Piano di riequilibrio finanziario (presentato nell’estate del 2019 per evitare un secondo dissesto), e poi ha riferito che il suo esecutivo ha preso carta e penna ed ha posto anche un quesito specifico al Ministero dell’Interno perché – ha detto la Limardo – «il caso Vibo deve diventare anche un caso politico». Tuttavia, il sindaco non ha detto nulla riguardo al contenuto del quesito. In pratica non ha inteso riferire cosa sia stato chiesto al Ministero.
A questo punto, però, il consigliere di “Vibo Democratica” Giuseppe Policaro ha chiesto al primo cittadino di portare subito in Consiglio sia la nota della magistratura contabile sia il quesito posto al ministero romano affinché fosse data lettura in quanto – ha spiegato Policaro – «oggi siamo riuniti per approvare il Bilancio di previsione. Quindi, mi sembra opportuno e doveroso dare lettura di entrambi i testi, perché non siamo di fronte ad alcun segreto di Stato». Parola al segretario generale dell’ente Domenico Libero Scuglia, il quale ha invece precisato che «poiché la nota della Corte dei Conti non ha riverberi sui documenti contabili» non c’era motivo di leggere la lettera e altro in aula.
Immediata la replica Stefano Luciano, capogruppo del Partito democratico, che ha spiegato che questi documenti, ossia la nota della magistratura contabile e il quesito del sindaco, «riguardano certamente i testi che andremo ad approvare». Quindi ha definito «falso» quanto detto dal segretario in quanto «la lettera deve essere portata in aula. I consiglieri devono essere informati e lo sancisce anche il testo unico degli enti locali». A questo punto ha preso la parola nuovamente il sindaco che, però, non ha acconsentito alle richieste della minoranza spiegando che sarebbe «stato del tutto inutile leggere le oltre trenta pagine della lettera della Corte dei Conti, peraltro piene di tabelle e conti». L’unica cosa concessa dalla Limardo è stata quella di dare incarico agli uffici di fare delle fotocopie per distribuirle successivamente ai consiglieri.