sabato,Dicembre 28 2024

Ionadi, dall’ex sindaco Fialà duro attacco di accusa al primo cittadino Arena

Il capogruppo di minoranza addebita all’attuale principale esponente della maggioranza diverse contestazioni, tra le quali quella di essere «autoritario»

Ionadi, dall’ex sindaco Fialà duro attacco di accusa al primo cittadino Arena

«Autoritarismo e arroganza», conditi dai «dispetti verso gli avversari politici e i cittadini non allineati». Queste le accuse rivolte dal capogruppo d’opposizione Nazzareno Fialà al sindaco di Ionadi Antonio Arena. Un modo di fare, a suo parere dimostrato nel momento in cui «si decide di asfaltare una strada comunale anziché quelle dove è più necessario, e si ordina pure di farlo in modo tale che la parte prospiciente l’avversario politico ne rimanga fuori», o quando «i cittadini che si lamentano per i disservizi vengono ripresi o si ritrovano con pratiche al Comune bloccate o sorpassate». Oppure quando «il ponte della ex-Ferrovia Fcl “Ponte Cucco”, attraversato dalla pista  ciclabile, viene deturpato facendo realizzare un cordolo in calcestruzzo, tra l’altro pericoloso per i ciclisti», o, infine, quando «il Piano strutturale, pronto a essere approvato, a cui  l’attuale sindaco ha lavorato per quasi due anni in qualità di assessore, invece di essere portato in Consiglio per l’approvazione lo si fa bocciare adducendo scuse ridicole quali l’eventuale mancato incasso di Imu». 

Tali prerogative, secondo Fialà, sono state dimostrate dal sindaco Arena anche nell’ultimo consiglio comunale svoltosi lo scorso 28 luglio, quando, «in barba alla legalità», avrebbe imposto alla sua maggioranza di approvare il regolamento di polizia mortuaria nonostante le richieste di rinvio della discussione e di istituzione di un’apposita commissione inoltrate dallo stesso e dal capogruppo dell’altra componente opposizione Antonio Rossi. «L’apoteosi» di tale comportamento, tuttavia, per l’esponente di minoranza sarebbe stato raggiunto allorquando il primo cittadino di Ionadi, rivolgendosi a Rossi, gli avrebbe fatto intendere «che gli dava la possibilità di parlare, nel senso che gli concedeva la parola, quasi fosse un regalo e non un diritto sancito dalla legge. Il sottoscritto – conclude Fialà – non ha potuto fare altro che riprendere il sindaco ricordandogli che ancora siamo in una Repubblica democratica dove valgono i diritti di ciascuno. Rimane l’amarezza nel constatare che la maggioranza niente ha fatto e niente fa per opporsi agli atteggiamenti autoritari del sindaco, ma anzi sembra subirli in modo passivo».

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