Comune Vibo, la Corte dei Conti scrive ancora: chiesta una valanga di accertamenti
Messi fortemente in dubbio anche i risultati raggiunti con la chiusura del primo dissesto finanziario. Per i magistrati contabili i 18 milioni annunciati e lasciati dalla commissione straordinaria potrebbero non essere mai incassati dall’ente
Non c’è davvero pace per i conti pubblici ormai letteralmente in rosso del Comune di Vibo Valentia. La Corte dei Conti ha, infatti, provveduto a inviare nei giorni scorsi una nuova lettera con la quale chiede all’amministrazione del sindaco Maria Limardo una autentica valanga di accertamenti e analisi dello stato finanziario di Palazzo Luigi Razza poiché si ritiene necessario «acquisire ulteriori elementi di valutazione». Ma – come si vedrà meglio più in fondo all’articolo – non solo questo scrive la magistratura contabile del capoluogo di regione. [Continua in basso]
La nota (così la definiscono i giudici) in qualche misura vuole essere una risposta alle controdeduzioni che l’esecutivo comunale ha inviato alla Corte dei Conti lo scorso dicembre in replica al fatto che quest’ultima avesse quantificato la massa passiva dell’ente in 61.536,902 euro, rispetto all’iniziale debito calcolato dall’amministrazione che, invece, era risultato pari a 24.495,227 euro. Cifra, questa, inserita nel Piano di riequilibrio finanziario, predisposto dall’assessore al ramo Maria Teresa Nardo, che nell’estate del 2019 è stato inviato alla Corte dei Conti nella speranza di evitare un secondo dissesto. Nelle sue controdeduzioni, l’amministrazione del capoluogo ha, infine, risposto ai magistrati contabili e stabilito un buco finanziario pari a 34.599.662 euro. Da allora in poi si era in attesa che la Corte dei Conti si pronunciasse. Vale a dire se dichiarare o meno un secondo dissesto al Comune.
Ed a guastare il weekend agli amministratori del capoluogo, dunque, ci hanno pensato proprio i giudici contabili: nella loro nota, infatti, l’amministrazione Limardo è stata richiamata ad accertare tutte le cosiddette partite (tradotto: residui attivi e passivi, fondi vincolati, ma anche i mutui contratti e altro). Una verifica che dovrà iniziare con l’analisi dei documenti contabili dal 2015 fino ad oggi. Un lavoro enorme, insomma, in quanto gli uffici finanziari di Palazzo Razza dovranno esaminare appunto ogni singola partita.
E poi la sorpresa: sempre nella nota inviata al Comune, i magistrati contabili sembra che mettano decisamente in dubbio i risultati raggiunti con la chiusura del primo dissesto finanziario dichiarato dall’ex amministrazione D’Agostino. La commissione straordinaria di liquidazione, insediatasi a Palazzo Razza al fine di ripianare il debito e portare l’ente in uno stato di normalità economica, ha infatti fatto sapere che lascerà in dote addirittura 18 milioni di euro. Ma, a parere della Corte dei Conti, questo lascito potrebbe non verificarsi assolutamente poiché tale cifra dovrebbe arrivare nei forzieri comunali dall’incasso di residui attivi che, invece, i magistrati del capoluogo di regione considerano fortemente improbabile in quanto si tratta di crediti molto vecchi, troppo lontani nel tempo, che nessuno pagherà mai. Ecco perché dalla sede della Corte dei Conti hanno chiesto all’amministrazione Limardo di sapere, inoltre, quali effetti tutto ciò potrà avere sulla stesura del nuovo Bilancio di previsione.
Insomma, il braccio di ferro prosegue. Adesso certamente all’amministrazione attende un lavoro molto impegnativo se vuole rispondere alla Corte dei Conti ed evitare il default. I magistrati contabili sono stati sufficientemente chiari ed espliciti. Hanno fatto riferimento a precise carte e documenti, hanno indicato gli anni da mettere sotto la lente di ingrandimento. E hanno infine messo in guardia l’amministrazione da un annunciato lascito economico che, tuttavia, sembrerebbe invece fortemente a rischio.
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