Dissesto a Vibo, Insardà e Marasco contro Mangialavori: «Dimentica le colpe del centrodestra»
Nasce sullo stato delle finanze comunali l’asse tra Partito democratico e Sinistra italiana a difesa dell’ex sindaco Sammarco. «Siamo pronti - assicurano - ad un pubblico confronto sull’origine del default»
«Lo spessore e la qualità di un politico si evidenziano soprattutto per la prudenza, l’equilibrio e l’accortezza delle valutazioni sui fatti sui quali si esprime. Il senatore Mangialavori non solo non l’ha dimostrato, ma ha fatto chiaramente intendere di non avere la memoria storica delle vicende politiche locali, necessaria per esprimersi su fatti che hanno segnato e segneranno la vita del Comune e dei suoi cittadini. Il senatore dimostra di non avere, così come il sindaco Costa che sta sostenendo, una visione chiara circa il futuro della città e del suo attuale quadro emergenziale e licenzia in modo frettoloso alcune questioni che invece lo riguardano da vicino, essendo lui una figura centrale del centrodestra vibonese già da diversi anni».
A parlare in questi termini sono i segretari provinciali del Partito democratico e di Sinistra Italiana Vibo Valentia, Enzo Insardà e Gernando Marasco. Lo fanno in un’inedita nota congiunta che richiama l’attenzione sul dissesto finanziario in cui versa il Comune capoluogo e dunque sulle responsabilità del centrodestra, alla sua guida per diversi anni. Insardà e Marasco individuano nel senatore di Forza Italia Mangialavori l’obiettivo della loro reprimenda. «Certamente – scrivono – il consenso così ampio avuto nelle recenti consultazioni politiche gli ha dato ulteriore forza politica nel suo partito, anche se oggi lo stesso, percentualmente e politicamente, va via via assottigliandosi, vittima e preda del rapace Salvini. Tutto ciò non lo abilita ad esprimersi riguardo al dissesto, su chi lo ha provocato e chi lo ha licenziato, non solo in modo inesatto, ma dimostrando sull’argomento assoluta ignoranza. Del resto è la consueta favoletta del locale centrodestra, che vuole da sempre attribuire la colpa agli altri e far intendere ai cittadini di essere indenni circa proprie responsabilità. La realtà è tuttavia diversa».
Per i due segretari «negli ultimi 25 anni, il centrosinistra ha amministrato la città per circa tre anni con il sindaco Iannello e cinque con il sindaco Sammarco. Per i restanti 18 anni da chi è stata ed è amministrata Vibo Valentia: dai marziani oppure da uomini del centrodestra? Come rappresentanti di alcuni dei soggetti politici che hanno fatto parte dell’amministrazione Sammarco, composta di persone che hanno operato in condizioni molto difficili, quali quelle relative all’alluvione del 2006, peraltro attraversate rimanendo indenni da vicende giudiziarie, ci sentiamo in dovere di fare alcune puntualizzazioni. Sul dissesto siamo pronti da anni ad un pubblico confronto per discutere su chi lo ha procurato e varato, avendo atti pubblici inequivocabili e solenni di preposti organismi giurisdizionali, nei quali sono individuati anni, apparati, istituti bancari, esecutivi e non certamente direttamente l’amministrazione Sammarco come organismo politico. E ricordiamo, a chi vuole descriverlo in modo spicciolo, banale e fuorviante, che il deliberato dissesto è stato procurato non solo dai fondi vincolati (documentalmente e formalmente utilizzati dalle ultime amministrazioni di centrodestra), ma anche per i debiti non onorati a causa di diversissimi contenziosi instaurati e per le rilevanti mancate entrate dei tributi comunali, che, poste artificiosamente nei bilanci annuali, non venivano riscosse, determinando nel tempo enormi somme nelle poste dei crediti a residuo che non si sarebbero mai riscosse. Per non dire, poi, che il piano di risanamento avviato successivamente non è stato mai intrapreso effettivamente, anzi oggi è stato “magicamente” rinviato, col rischio di determinare un nuovo dissesto».
Partito democratico e Sinistra italiana, pur nella critica, non resistono alla lusinga: «il senatore Mangialavori rimane una risorsa positiva per il nostro territorio, che in buona parte si è appellato a lui personalmente, più che al suo partito, per le sue speranze di riscatto. Invece di lanciare facili contumelie contro gli avversari politici, dovrebbe piuttosto risolvere il nodo politico di un Comune dove il sindaco continua a propinarci programmi per la sua esclusiva “città ideale”, lasciandola invece pietrificata e priva di identità, sporca e senza una prospettiva, mentre il tempo trascorre inesorabile. Diciamoci la verità: è bastato un suo “mal di pancia” affinché il sindaco, dopo quattro mesi, rimpolpasse questo esecutivo sempre più legato alla sua figura. Ci auguriamo che quanto accade aiuti a far sì che le forze democratiche e civiche alternative, in consiglio comunale e in città, si uniscano e riacquistino forza e comune identità; lavoreremo affinché si risveglino i sentimenti ideali progressisti e di valore democratico e, rompendo ogni indugio, si costituisca una vera forza popolare e coesa che rovesci questa penosa situazione e, con le proprie forze ed il meritato consenso, proponga un’alternativa per la città».
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