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Regionali, il Pd vibonese (e non solo) congeda Censore: ultimi attimi di un tramonto

L’ex parlamentare ha chiesto e richiesto più volte ai dirigenti provinciali e regionali democrat di poter essere in campo per il voto di autunno. Ma da casa dem la risposta è stata sempre la stessa: ossia niente da fare. E lui va anche a Roma

Regionali, il Pd vibonese (e non solo) congeda Censore: ultimi attimi di un tramonto
L'ex deputato vibonese Bruno Censorelascia il Pd e passa con Italia Viva di Renzi
Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale

Dal Partito democratico vibonese – ma non solo – fanno sapere a chiare lettere che non sarà assolutamente candidato alle prossime elezioni regionali di ottobre. Almeno per quanto riguarda la lista ufficiale dem e quelle che, comunque, faranno esplicito riferimento al partito del segretario Letta.  «Abbiamo scelto una strada molto precisa – riferisce un dirigente democrat – che è quella del rinnovamento, del cambiamento. Quindi, in questa tornata elettorale c’è poco da fare, c’è poco spazio per chi ha già rivestito incarichi istituzionali importanti per il nostro partito». [Continua in basso]

E tra questi c’è davvero chi è stato di tutto e, però, ancora oggi continua a chiedere di tutto. Parliamo di Bruno Censore, già deputato dem, ex consigliere comunale e poi primo cittadino di Serra San Bruno, eletto addirittura due volte a Palazzo Campanella, il quale non si rassegna in nessun modo all’idea di non essere in lista, di non partecipare alla corsa per ottenere un seggio alla Cittadella regionale. Censore, detto in soldoni, sembra non accettare che la sua stagione politica volga inesorabilmente al tramonto. D’Altronde nella vita se tutto ha un inizio deve avere necessariamente anche una fine. Semplice.

E veniamo ai fatti. L’ex parlamentare vibonese – da quanto riferito al cronista – ha chiesto e richiesto più volte nel corso di questi ultimi mesi ai dirigenti provinciali e regionali del Pd di poter essere in campo per il voto di autunno. Ma da casa democrat la risposta è stata sempre la stessa e unanime: ossia niente da fare per lui. I candidati del Pd sono, tranne ripensamenti dell’ultimo istante che appaiono al momento molto difficili, Raffaele Mammoliti, storico esponente della Cgil, e Luigi Tassone, attuale consigliere regionale e già sindaco di Serra San Bruno. E proprio su quest’ultimo, Censore pare abbia fatto forti pressioni con i dirigenti del Pd affinché fosse candidato lui e non più il giovane Tassone che, tra l’altro, ha alle spalle solo pochi mesi di mandato elettorale e, peraltro, si è dimesso dalla carica di primo cittadino subito dopo essere stato eletto in consiglio regionale. Ma quale la ratio del ragionamento censoriano? Presto detto: da quanto appreso, l’ex parlamentare non avrebbe mancato di spiegare nelle sedi opportune che, poiché Tassone era stato eletto al consiglio regionale della Calabria grazie soprattutto ai suoi voti, adesso sarebbe stata “cosa buona giusta” che quest’ultimo si facesse da parte e che il suo posto in lista fosse stato preso proprio da Censore. Insomma, una sorta di diritto sulla persona di medioevale memoria che avrebbe portato, ma non solo per questo, a una inevitabile rottura tra i due. Ovviamente, detto ragionamento sarebbe stato anche respinto con forza dai dirigenti del Pd. Ma c’è di più: in queste ultime ore abbiamo appreso che sempre l’ex deputato vibonese si sarebbe addirittura spostato nella Capitale al fine di poter sperare di essere ricevuto da qualcuno che “conta” del suo partito. Ma, al momento, Censore sarebbe stato lasciato fuori dalla porta. Senza risposte. E, questa volta, soprattutto senza alcuna “grazia ricevuta”.  

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