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Comune Vibo, il Governo “regala” 8 milioni, ma resta la paura del dissesto

Prima tranche di un finanziamento complessivo di 12.019.845 di euro. Resta in piedi il duro braccio di ferro tra Palazzo Razza e la Corte dei Conti che dovrà decidere in via definitiva sull’eventuale secondo default dell’Ente

Comune Vibo, il Governo “regala” 8 milioni, ma resta la paura del dissesto
Palazzo Luigi Razza
L’atrio di palazzo Luigi Razza

Il Comune di Vibo Valentia incassa la prima tranche di fondi da parte del Governo centrale. La somma complessiva – liquidata pochi giorni fa – è di 8.039.691 di euro e si trova già accreditata presso la Tesoreria dell’Ente. Tale cifra fa parte di totali 12.019.845 di euro che ad aprile scorso sono stati concessi da Roma al Comune capoluogo nell’ambito di una operazione nazionale che mirava a dare una mano a diversi enti pubblici in forti difficoltà finanziaria. E il Comune capoluogo non solo è tra questi ma, come è noto, rischia addirittura un secondo e drammatico dissesto (il primo peraltro, dichiarato dall’ex amministrazione D’Agostino, è ancora da chiudere formalmente) che, molto probabilmente, questa volta lo trascinerebbe in un futuro di quasi paralisi amministrativa. La paura insomma, di un ulteriore default resta tra i vertici comunali. [Continua in basso]

L’altra e ultima parte del finanziamento, i restanti 4.019.845 di euro, verrà rilasciata il prossimo anno. Si tratta, infatti, di un contributo biennale (frutto di calcoli e analisi che hanno tenuto conto di diversi parametri e del disavanzo di ciascun Ente interessato) che il Governo ha deciso, appunto, di concedere ad alcuni Comuni del Bel Paese in serio affanno economico. Per Palazzo Luigi Razza non si tratta certamente di una cifra enorme quella decisa dalla Capitale, ma sono comunque delle risorse “regalate”, a fondo perduto, e che peraltro dovranno essere utilizzate esclusivamente per consentire il rientro dell’attuale e nuovo debito. Nient’altro. Nessuno storno sarà concesso.  

Ricordiamo, infatti, che l’amministrazione guidata dal sindaco Maria Limardo ha presentato alla Corte dei Conti, immediatamente dopo il suo insediamento avvenuto a giugno del 2019, il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale. L’articolato documento contabile, predisposto dall’assessore comunale al Bilancio Maria Teresa Nardo, unitamente agli uffici finanziari del Comune, è stato redatto proprio nell’estremo tentativo di fare evitare a Palazzo Razza una ulteriore deriva economica che, come detto prima, potrebbe davvero compromettere in maniera decisiva l’azione amministrativa. Il Piano di rientro, approvato dal consiglio comunale il 5 agosto del 2019, prevede misure per un rientro del debito calcolato dagli attuali vertici comunali in 24.495,227 di euro. Da allora, però, è in atto un duro braccio di ferro tra la magistratura contabile e l’amministrazione Limardo. Sì, perché la Corte dei Conti ha successivamente risposto e scritto all’amministrazione cittadina per mettere l’esecutivo al corrente che l’assessore e gli uffici finanziari competenti si erano, evidentemente, sbagliati nelle operazioni di calcolo del debito in quanto i magistrati contabili hanno, invece certificato che il buco finanziario ammonta addirittura a 61.536,902 di euro. Una enormità. [Continua in basso]

Maria Teresa Nardo, assessore al Bilancio
L’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo

«La massa passiva quantificata nel Piano di riequilibrio finanziario pluriennale – hanno scritto, tra l’altro, i magistrati contabili nel documento inviato a suo tempo al Comune – è visibilmente sottostimata. L’istruttoria condotta dalla Sezione ha, infatti, messo in luce un diverso e superiore dimensionamento delle passività».  A questo punto l’amministrazione del capoluogo ha, a sua volta, inviato alla Corte dei Conti, dopo ulteriori approfondimenti e analisi contabili della massa passiva, le proprie controdeduzioni. E le conclusioni sono state che il debito dell’Ente è sì cresciuto, ma non è arrivato alla somma indicata dalla Corte dei Conti. Per Palazzo Razza, dunque, questo ammonta a 34.599.662 di euro. Questo accadeva a dicembre dello scorso anno. Da allora in poi al Comune stanno aspettando, non senza una comprensibile apprensione, che i giudici contabili valutino nel dettaglio queste ultime indicazioni, anche alla luce del nuovo finanziamento governativo, per poi, in ultima istanza, decidere se dichiarare o meno il secondo dissesto finanziario dell’Ente.  

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