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Eco-distretto a Sant’Onofrio, l’opposizione incalza il sindaco: «Troppi silenzi sulla questione»

Gli esponenti del gruppo “Insieme per la rinascita” Bulzomì e Arcella chiedono lumi al primo cittadino sullo stato del progetto. «Si assiste - dicono - ad un disegno imperniato a non trattare l’argomento»

Eco-distretto a Sant’Onofrio, l’opposizione incalza il sindaco: «Troppi silenzi sulla questione»
Località Palombara a Sant'Onofrio

«Davvero bella e quasi toccante l’attuale immagine del sindaco che prima voleva una gioiosa visita guidata di sovietica memoria presso un impianto già realizzato e che oggi, al contrario, vuole alzare una cortina di buon silenzio sulla questione del paventato progetto dell’Eco-distretto con annessa discarica rifiuti. La comunità santonofrese ha il diritto di sapere lo stato della situazione, anche e soprattutto in relazione ad una precisa petizione popolare di avversione al progetto». È quanto riferiscono in un comunicato stampa i consiglieri comunali del gruppo d’opposizione “Insieme per la rinascita” di Sant’Onofrio, Salvatore Bulzomì e Gregorio Giuseppe Arcella.

«Dopo la seduta consiliare di ottobre – scrivono – niente è dato di sapere, se non attraverso articoli di stampa che denotano l’assenza preordinata di comunicazione istituzionale. In quella seduta, il gruppo consiliare ”Rinascita” aveva sottoposto alcune domande all’amministrazione comunale, senza ricevere risposta. Oggi, per tentare di rompere questo muro di silenzio e per fare un servizio di conoscenza a tutta Sant’Onofrio, rinnoviamo e riproponiamo alcune domande: perché – chiedono Bulzomì e Arcella – l’amministrazione comunale non chiarisce alla cittadinanza lo stato della situazione in atto e lascia al contrario tutti in una situazione di incertezza? Tutto questo non è un modo di concepire il potere con una maggioranza asserragliata in una gestione chiusa ed impenetrabile, solo dedita alla costruzione di strategie che condurranno verso chissà quale condizione? E’ vero che è previsto un nuovo sopralluogo per la idoneità del sito Palombara, magari riproponendo altra promessa urbanistica-ambientale sopra le righe?».

E ancora: «perché il sindaco, esperto referente tecnico per la rimodulazione del piano regionale gestione rifiuti, nel corso del sopralluogo del 27 giugno del 2017 per la individuazione del sito “ha segnalato inoltre che detta area nel corso della attuale redazione del Psc verrà inserita tra le aree industriali”, contravvenendo ad ogni buon senso, logica ed osservanza delle leggi, intervenendo ad un sopralluogo tecnico ed influenzandone la scelta con una promessa urbanistica? Perché il sindaco – incalza ancora l’opposizione – non pubblica in visione per tutti questo verbale di sopralluogo che addirittura è stato oggetto di un’interrogazione, in quanto mai portato in consiglio e solo dopo messo a disposizione di questo gruppo consiliare? Perché – insistono i consiglieri – non si è indetto un referendum popolare e perché non si è tenuto conto di una petizione di oltre 900 cittadini che hanno detto “No” alla discarica, portandola in esame al consiglio comunale in osservanza allo statuto comunale, entro i 60 giorni dalla sua presentazione? L’amministrazione comunale aveva o no l’obbligo di presentare ufficialmente la petizione all’Ato e alla Regione Calabria? È questo un modo corretto e democratico di confrontarsi con chi propone istanze all’Amministrazione? È così che si agevola la partecipazione dei cittadini? Oggi, in continuità con un metodo impenetrabile, si assiste ad un disegno da parte del sindaco e dei suoi stretti collaboratori tutto imperniato a non trattare questo argomento, sperando magari di far passare l’idea cosi come era stata avanzata e cioè senza rispetto della dignità dei cittadini». 

Per Bulzomì e Arcella, alla luce di tutto questo, «sarebbe auspicabile che l’amministrazione comunale organizzasse una manifestazione contro se stessa per richiamarla al dovere dell’informazione e della trasparenza, principi che dovrebbero essere sempre lealmente e rigorosamente rispettati, tralasciando le ordite tecniche che non hanno nulla di servizio alla comunità».

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