Messo in sicurezza il bivio di Longobardi, la soddisfazione di Filippo Lo Schiavo
Il consigliere del gruppo Liberali per Vibo plaude all’intervento. In quel punto si erano verificati diversi incidenti, anche mortali. Ora spazio di frenata e visibilità nell’incrocio sono aumentati
«Non rimanere inerme di fronte alle legittime istanze dei cittadini è stato da sempre per me principio fondamentale di vita amministrativa. Spesso le pastoie burocratiche non aiutano nessun amministratore che se anche dotato di buona volontà, ci si ritrova a combattere con dei tempi che in alcuni casi si dimostrano essere biblici». Ad affermarlo è il consigliere del gruppo Liberali per Vibo, Filippo Lo Schiavo, riferendosi al caso dell’intervento sul bivio di Longobardi che «dopo ben 15 anni di lotta continua tra i vari enti ed amministratori, ha visto la sua realizzazione. Sono particolarmente soddisfatto – afferma -, anche se a molti potrebbe sembrare banale, in quanto la mia battaglia per la modifica del bivio parte a seguito di diversi incidenti taluni mortali che non potevano farmi rimanere immobile. Purtroppo – aggiunge Lo Schiavo – nel corso degli anni i vari tentativi fatti anche nei confronti di Anas che avrebbe dovuto rilasciare il nullaosta per l’immissione sulla Statale, non hanno sortito l’effetto sperato e solo oggi grazie al lavoro di squadra fatto con il mio gruppo, ed in particolar modo con l’assessore Lorenzo Lombardo, siamo arrivati alla realizzazione di questo importantissimo intervento, garantendo così una maggiore sicurezza a conducenti di auto e moto».
Per entrare nel merito «non abbiamo fatto altro che allungare lo spazio di frenata di circa 20 metri per i mezzi provenienti da Vibo Marina garantendo così anche una visuale migliore. L’impegno e la passione da parte del sottoscritto – conclude Filippo Lo Schiavo – continuerà ad essere costante e saranno sempre rivolti a risolvere le varie problematiche che interessano in particolar modo la frazione di Longobardi, che mi onoro di rappresentare ormai da anni. In molti casi è solo questione di tempo, e la volontà di chi amministra diventa una fattore secondario».