Allarme randagismo a Serra San Bruno, “Liberamente”: «Mancano azioni risolutive»
Nuovi casi di avvelenamento spingono gli esponenti del Movimento civico a mettere sotto accusa l’amministrazione comunale che «sul contrasto al fenomeno rivela tutti i suoi limiti»
«L’ennesima immagine di un cane senza vita, la cui carcassa questa volta viene trasportata sul furgone comunale in direzione campo sportivo, ci spinge a chiedere spiegazioni su quanto accaduto ed a prendere atto, ancora una volta, che agli annunci in materia di randagismo non sono mai seguite azioni risolutive. A ciò, oltre al caso del cane randagio trovato morto lo scorso 31 marzo, si aggiunge un altro caso di avvelenamento avvenuto nella mattina di mercoledì 18 aprile. Sorgono, inoltre, forti dubbi riguardo la corretta procedura di smaltimento messa in atto dall’ente comunale».
A riferirlo in una nota è il Movimento civico serrese “Liberamente”. La compagine d’opposizione va in pressing sull’amministrazione comunale di Serra San Bruno in relazione ad un problema, quello del randagismo, che, seppur presente in dimensioni preoccupanti su tutto il territorio provinciale, nella Città della Certosa assume contorni allarmanti.
A dirlo sono gli stessi esponenti della minoranza. «Duole constatare – scrivono non a caso gli esponenti del movimento – che il fenomeno del randagismo è ai massimi livelli di allerta e l’unica azione dell’amministrazione comunale è il mutismo che la contraddistingue. Lo stesso mutismo riservato, tra l’altro, ai volontari che sino ad oggi hanno provato a soccorrere gli animali randagi ponendo un freno alla problematica. Infine, ci si intestardisce sulla stipula di convenzioni con canili, senza valutare alcuna risoluzione del fenomeno: una convenzione che, tra l’altro, non risolverebbe nulla dato che la sistemazione di un cane in una struttura costa mediamente 1.277,50 euro all’anno, (fino a 8.942,50 euro se si considera che la permanenza media di un cane in un canile è di 7 anni) e la cifra stanziata a bilancio permetterebbe la presa in cura di una decina di animali, solo una parte del numero complessivo che oggi popola il paese».
E ancora: «Tutto tace, insomma, nonostante di soluzioni ne siano state proposte a bizzeffe, come la costituzione di un canile sanitario, ad esempio, i cui fondi a disposizione sono stati garantiti al Comune di Vibo Valentia, mentre Serra continua a non muovere un dito per trovare soluzioni alternative. Magari attingendo a quei fondi si sarebbe risolto un serio problema per la popolazione, creando un’opportunità di lavoro per quei volontari che ad oggi, a spese loro, provvedono alle cure, all’adozione nonché alla sterilizzazione dei randagi. Nessuna risposta è stata fornita, inoltre, a chi ha proposto la costituzione di un’anagrafe canina comunale e una programmazione per impedire il moltiplicarsi di cuccioli sul territorio comunale. Il caso randagismo è, insomma, uno dei tanti segnali che dimostra i limiti operativi di un’amministrazione ormai giunta a metà mandato, il cui sindaco e i relativi consiglieri di maggioranza, finora, si sono adoperati alla sola sponsorizzazione di candidature, senza stabilire alcuna linea programmatica inerente alle problematiche della cittadina».
Infine, il Comitato “Liberamente” assicura: «da parte nostra continueremo ad essere disponibili ad eventuali tavoli di confronto al fine di esporre idee e trovare risposte adatte per tutta la cittadinanza. La paura, però, è che ancora una volta il mutismo di chi bada alla sola forma ma non ai contenuti, avrà la meglio sul dialogo volto alla ricerca del bene comune».
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