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“Rinascita Scott 2”, il segretario del Pd Insardà: «Solano si dimetta»

Il Partito democratico si associa ai consiglieri comunali di Stefanaconi e chiede un passo indietro al sindaco e presidente della Provincia di Vibo dopo gli sviluppi dell’inchiesta della Dda di Catanzaro

“Rinascita Scott 2”, il segretario del Pd Insardà: «Solano si dimetta»
La sede della Provincia di Vibo Valentia e, nei riquadri, Insardà e Solano
Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri
Il procuratore Gratteri che ha firmato le ultime inchieste antimafia

Mai come in questo momento il territorio vibonese è interessato da una intensa attività della magistratura a conferma di un quadro preoccupante su rapporti opachi e condizionamenti di chi è chiamato ad amministrare nell’interesse pubblico. Sosteniamo l’impegno delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria, consapevoli che sarà il processo ad accertare le responsabilità. La politica, però, deve fare delle scelte per riaffermare etica e integrità nell’azione delle istituzioni, nella rappresentanza delle persone e delle istanze del territorio”. E’ quanto afferma il segretario provinciale del Pd vibonese, Vincenzo Insardà, commentando gli ultimi sviluppi investigativi delle inchieste della Dda di Catanzaro che chiamano in causa anche la politica del territorio.

Si tratta di scelte alle quali il Partito Democratico continuerà a rispondere prima di tutti gli altri, portando avanti in modo concreto rinnovamento e selezione della classe dirigente. Le recenti indagini della Direzione Distrettuale Antimafia hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica rapporti e conversazioni molto lontani dall’irreprensibilità a cui dovrebbero tendere i rappresentanti delle istituzioni. Alla luce di quanto emerso sul sindaco e presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano, non possiamo fare finta che non sia successo niente e ci associamo alla richiesta dei consiglieri del Comune di Stefanaconi nel chiederne le dimissioni. Ci aspettiamo atti consequenziali. Risulta difficile credere che, come cittadini, sia possibile accettare passivamente il degrado a cui è stato portato il nostro territorio, nell’interesse di riprovevoli comitati d’affari che trasversalmente – conclude Insardà – hanno ridotto la politica e le persone a strumenti privi di etica e di idee”. 

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