mercoledì,Febbraio 19 2025

Vibo, giunta Romeo ed ex giunta Limardo si accapigliano ma i problemi della città restano

Hanno tutti ragione, chi denuncia i problemi ereditati e chi punta il dito contro lo scaricabarile a otto mesi dalle elezioni. Eppure le criticità maggiori tra cui acqua, sanità e ambiente avrebbero bisogno di uno sforzo corale ma la politica locale non sembra essere all’altezza

Vibo, giunta Romeo ed ex giunta Limardo si accapigliano ma i problemi della città restano

Hanno stancato. Certo, la politica è fatta anche di queste cose, anzi, forse e purtroppo soprattutto di queste cose, ma sinceramente non se ne può più di questo continuo botta e risposta tra amministratori in carica ed ex che continuano a beccarsi sui giornali usando l’avversario politico come un paravento dietro il quale nascondere le proprie responsabilità. La stampa, compreso Il Vibonese, non può che darne conto, perché questo passa il convento, ma una politica incapace di uscire dalle accuse reciproche e di concentrarsi sulla soluzione dei problemi della città, tutta ripiegata su stessa per giustificarsi o autoesaltarsi a seconda delle convenienze, è una politica destinata a deludere, che sia al governo o all’opposizione.

L’ultimo esempio, quello che ha restituito in maniera plastica questo scenario, è la battaglia sul nuovo teatro a colpi di comunicati stampa e post social. Ha cominciato l’assessore alla Cultura Stefano Soriano, che ha documentato un suo recente sopralluogo nella struttura di Moderata Durant. È passato un anno esatto dall’inaugurazione beffa del 14 febbraio 2024, quando l’allora sindaco Maria Limardo presenziò al primo e ultimo spettacolo che il teatro senza nome (già, perché anche quello ancora non c’è) mise in scena. Poi, il giorno successivo, il 15 febbraio, fu chiuso e così è rimasto da allora perché si è scoperto che ancora manca una passata di vernice ignifuga da almeno 50mila euro, senza la quale i vigili del fuoco non autorizzano l’apertura al pubblico. Insomma, il teatro non è affatto finito e ormai è quasi inutile chiedersi come a suo tempo si sia potuto ospitare quell’unico spettacolo di Ale e Franz (il manifesto è ancora lì, all’ingresso). Nel frattempo, a giugno, la nuova amministrazione si è insediata sotto la guida del sindaco Enzo Romeo, ma nessuno, a quanto pare, ha pensato di fare un salto a Moderata Durant per vedere in che condizione fosse il teatro senza nome che la città aspetta da vent’anni.

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L’ha fatto Soriano due giorni fa, ma invece di tornare in Comune e dire “Enzo, abbiamo un problema”, ha spiattellato sui social un reportage fotografico che testimonia le pessime condizioni in cui versa la struttura, già con i muri interni scrostati e ricoperti dalla muffa. Evidentemente un’occasione politica troppo ghiotta per rinunciarci. Ha potuto così rinfacciare alla compagine che guidava la passata amministrazione il tentativo di attaccare sulla mancata apertura teatro per «ricostruirsi una verginità oramai indelebilmente perduta».

A stretto giro è arrivata la replica dell’ex sindaco Limardo, che ha avuto gioco facile a porre una domanda retorica: «Che hanno fatto in questi 12 mesi (8 in realtà, ndr)? Romeo già il giorno dopo il suo insediamento sarebbe dovuto correre al Teatro per capire il da farsi», lasciando ovviamente sospesi nell’aria tutti gli interrogativi ancora pressanti sull’inaugurazione fake del 2024.

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A dare manforte a Soriano è stato il gruppo consiliare del Pd, guidato da Francesco Colelli, che nella serata di ieri ha diffuso una nuova nota stampa nella quale elenca le principali criticità ereditate dalla giunta Limardo e rivela la vera motivazione dell’esternazione: «Siamo stati costretti a rompere il silenzio quando la segretaria di Forza Italia (la consigliera comunale Carmen Corrado, ndr) in uno slancio di revisionismo storico, dipingeva una Vibo “pronta e funzionale” lasciata in eredità».

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E hanno tutti ragione. Ha ragione Soriano a parlare di un teatro aperto quando ancora era da finire, ha ragione Colelli che dice che non se la possono tenere e ha ragione Limardo a rimproverare la giunta e il Pd di essersi svegliati solo ora.

Ma per i cittadini non cambia nulla. Neppure una virgola. Su Vibo gravano problemi purtroppo molto più urgenti, a paragone dei quali la mancata apertura del teatro è solo una ciliegina rancida su una torta altrettanto immangiabile. Su tutto la crisi idrica e la sanità locale. C’è un pezzo di città sul quale ancora insiste un divieto assoluto di utilizzo dell’acqua che sgorga dai rubinetti, che si può usare al massimo per tirare lo sciacquone del water, oppure, anche con una certa dose di apprensione, per lavare a terra o innaffiare le piante. Per non parlare dell’acqua marrone che esce dove esce. C’è una nuova estate che si avvicina e nessuno ha certezza che non si replichi lo scempio ambientale di quella passata, quando i torrenti che sfociano a Vibo Marina hanno trasportato melma e liquami fognari per l’intera stagione turistica. C’è il vecchio ospedale Jazzolino che rischia nei fatti la chiusura ma nessuno sa, ad oggi, cosa succederà quando alla fine di febbraio aprirà il cantiere di adeguamento antisismico che imporrà il trasferimento di tre reparti a cominciare da quello più “importante”, Chirurgia.

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Ecco, su queste cose la politica non trova parole convincenti, solo frasi di circostanza impregnate di retorica buona per tutte le stagioni, secondo le quali acqua, ambiente e sanità sono diritti sacri e inviolabili dei cittadini. Ok, grazie, lo sapevamo. Ma cosa farete? Ma soprattutto: sarete capaci di fare qualcosa insieme, centrosinistra al governo della città e centrodestra al governo della Regione? Perché, al netto degli scazzi tra vecchia e nuova amministrazione comunale, la politica, quella di cui Vibo ora avrebbe bisogno, non si vede nemmeno col binocolo. Al massimo col microscopio.

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