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Autonomia differenziata, il centrosinistra vibonese dorme e lascia a Occhiuto la madre di tutte le battaglie per il Sud

Nel primo giorno di raccolta online delle firme per il referendum abrogativo si sono registrate 100mila sottoscrizioni in tutta Italia. Nel capoluogo vibonese invece il M5s allestirà i banchetti alla fine della prossima settimana, mentre il Pd si affida alle adesioni “volanti”

Autonomia differenziata, il centrosinistra vibonese dorme e lascia a Occhiuto la madre di tutte le battaglie per il Sud

La battaglia contro l’Autonomia differenziata potrebbe rappresentare l’ossatura di un nuovo fronte progressista, di una nuova entità politica che vada oltre le incertezze e gli stop and go del campo largo, per dare forma al nuovo centrosinistra post-meloniano. A Vibo Valentia, invece, tutto tace. Nessuna mobilitazione di piazza, nessun banchetto, nessun presidio che possa offrire un punto di riferimento certo a chi, a sinistra ma non solo, mastica amaro contro una riforma che ormai è già legge e che rischia di mandare alla deriva il Mezzogiorno, Calabria compresa. Neppure l’attivismo di Roberto Occhiuto, che ha prima dato il via libera al Ddl Calderoli nella cruciale conferenza delle Regioni di marzo 2023 e ora si è messo di traverso chiedendo una moratoria, smuove il centrosinistra vibonese, che sembra non rendersi conto della posta in gioco.

Eppure i segnali ci sono tutti. In 24 ore dall’apertura della piattaforma informatica per raccogliere le firme online per il referendum sull’Autonomia differenziata, in tutta Italia si contano già 100mila sottoscrizioni per il quesito che chiede l’abrogazione della legge Calderoli. Centomila. Forse non c’è mai stata una mobilitazione così massiccia dei cittadini (ed elettori) che stanno lanciando un segnale inequivocabile alla politica italiana.

Il centrosinistra vibonese, ma anche quello regionale nel suo complesso, lasciano invece che a cavalcare il dissenso sia, paradossalmente, proprio chi, come il governatore Occhiuto, in prima battuta ha mostrato pollice su all’Autonomia differenziata e ora, anche per farsi spazio in Forza Italia, si riscopre difensore del Sud senza se e senza ma. Intanto, il centrosinistra calabrese si sta facendo sfilare sotto al naso una battaglia che potrebbe essere prima di tutto sua, preferendo concentrarsi sulla stesura di millemila comunicati tutti uguali per indignarsi sulla scarsa coerenza dell’avversario. Ma chi se ne frega.

Che poi, sull’Autonomia differenziata non c’è coerenza che tenga, né a destra né a sinistra, visto che fu il governo Gentiloni, nel 2018, a innescare la slavina che ora minaccia di trasformare il Sud in una riserva indiana con stipendi pubblici più bassi, una sanità sempre più distante dai parametri d’eccellenza del Nord e gettito fiscale trattenuto dalle Regioni più ricche.

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Ma mentre nel resto d’Italia il comitato referendario esulta, esaltando le centomila adesioni online al referendum abrogativo nella prima giornata di raccolta, a Vibo il centrosinistra vola basso. Bassissimo. O quanto meno disunito. Perché in realtà il Movimento cinque stelle ha programmato l’allestimento di una serie di banchetti per la raccolta firme, anche se non ne ha dato ancora comunicazione ufficiale: venerdì 2 agosto (tra una settimana), dalle 17.30 alle 21 su corso Vittorio Emanuele III; venerdì 9 agosto (una settimana dopo, quindi), sempre dalle 17.30 alle 21 nello stesso posto (all’altezza del numero civico 173); sabato 10 agosto a Vibo Marina dalle 18.30 alle 21 su Corso Cristoforo Colombo; e venerdì 16 agosto dalle 18.30 alle 24 a Bivona.

Avanti piano, ma sempre meglio del Pd che si affida (non si capisce come) alla raccolta sporadica di firme «autenticate al momento» dai consiglieri comunali a Palazzo Luigi Razza. Quindi, in teoria, uno con un po’ di tempo da perdere dovrebbe andare in Comune e cercare un consigliere comunale compiacente (ma prima lo deve riconoscere, visto che sono quasi tutti nuovi) che raccolga e autentifichi la sua firma. Così non basterebbero 10 anni per arrivare alle 500mila firme necessarie al varo del referendum.

Certo, arriveranno anche i banchetti del Pd, è sicuro, ma per ora Vibo non risponde “presente” all’appello delle grandi città che si sono mobilitate senza indugi contro l’Autonomia differenziata, come ha fatto d’altronde Diemmecom, il gruppo editoriale di cui fa parte Il Vibonese, che ha scelto da che parte stare e ha lanciato una mirata campagna di stampa. D’altronde, la storia è adesso, ma a Vibo, a quanto pare, il centrosinistra non se n’è accorto.

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