Un vibonese tra i 100 giovani talenti che per Forbes stanno cambiando il mondo: ecco Giovanni Arena, imprenditore con zaino in spalla
Parla il “travel creator” di San Costantino di Briatico che con la sua start up Puoy ha inventato un nuovo modo di viaggiare. «Tutto è iniziato durante la pandemia quando nessuno produceva sui social contenuti legati al turismo». Poi milioni di follower e il boom


La routine al mattino è sempre quella, con la mente che proietta i titoli di coda dei sogni e la sveglia che si appresta a suonare. Decine, centinaia, migliaia di levatacce fatte di colazioni da preparare ed albe che illuminano l’ingresso di nuove speranze. Ma a volte il copione non si ripete. L’ordinarietà si inceppa e la mattinata subisce una deviazione, uno sbandamento che porta la giornata ad invadere un’altra corsia: quella della sorpresa. Per Giovanni Arena, giovane travel creator ed imprenditore vibonese da milioni di follower sui social, è andata più o meno così. Pochi giorni fa, pronto come sempre a dare lo start alla propria attività lavorativa, trova con grandissimo stupore il suo volto ed il suo nome nella lista “Forbes Italia Under 30”, inserito tra i cento talenti che stanno rivoluzionando il presente in dieci categorie. Una notizia che lo riempie di soddisfazione ma che al contempo lo lascia di stucco. In quanto – è lui stesso ad ammetterlo – si scopre in compagnia di nomi importantissimi della finanza, dello sport, della musica, dell’arte. Il successo professionale di Giovanni affonda le sue radici nel 2020, anno segnato dalla pandemia del Covid. È allora che, da studente universitario, inizia a condividere sui social il racconto dei suoi viaggi, tra un’Italia insolita, video su interrail e capitali europee. Nasce così su Tik Tok il profilo “Giovanni quello che viaggia”.
I contatti crescono a dismisura, il volto del ragazzo nato a Vibo Valentia e trasferitosi a Milano diventa sempre più noto in rete fino ad essere considerato a tutti gli effetti un punto di riferimento per gli amanti dei viaggi. Sui social dà sfogo alla creatività e alla sua voglia di svelare curiosità e dettagli legati a vari angoli del pianeta. Negli anni conquista le piattaforme e i numeri sono tutti dalla sua parte: milioni di visualizzazioni e commenti carichi di interesse e apprezzamento. Con il tempo l’intraprendente content creator e scrittore si accorge di una sorta di vocazione, ovvero quella di affiancare le persone nell’organizzazione delle loro trasferte, personalizzando tour ed esperienze in giro per il mondo. Ama, in poche parole, essere “un sarto dei viaggi”. Si mette così a disposizione di chiunque sia desideroso di entrare in contatto con altre culture e nuovi Paesi. Recentemente ha fondato “Puoy”, un innovativo progetto imprenditoriale che promuove viaggi di gruppo in ottica inclusiva ed intergenerazionale. Un’iniziativa che mette insieme persone accomunate da stesse passioni e stessi valori per scoprire nuove destinazioni e affrancarsi dalla comfort zone. Abbiamo deciso di contattare Giovanni Arena, a poche ore di distanza dalla notizia del suo ingresso nella lista “Forbes Italia Under 30”, per conoscerlo meglio e rivolgergli alcune domande.
Ciao Giovanni, sei stato da poco inserito nella prestigiosa lista stilata da Forbes tra i 100 talenti con meno di trent’anni che stanno cambiando il presente. Qual è stata la tua prima reazione una volta appresa la notizia? Senti addosso il peso di una responsabilità?
«Solitamente quando accadono queste cose si sanno in anticipo. Io, invece, non sapevo assolutamente nulla. Tieni conto che seguo Forbes in quanto sono un grandissimo fan, sono un appassionato di imprenditoria in generale, ed inoltre avevo già vinto un premio ai “Top creator awards” organizzati proprio da Forbes nella categoria travel. Mi sono svegliato un giorno, ho aperto Instagram e vedo la mia foto, tra l’altro di dieci anni fa (ride, ndr), e sono rimasto veramente di stucco. Dopo sei anni di lavoro sui social, che sembrano pochi ma in realtà sono molto dilatati, è stata una grandissima sorpresa per me, una rivelazione. C’erano grandissimi nomi, tra i quali Olly e tanti altri personaggi. Una grande cosa. Nel mondo dei social c’è una curva con un periodo d’oro che devi cercare di tener salda, consolidare, altrimenti scende. È difficile stare sempre stabili, restare sulla cresta dell’onda. Un po’ quello che accade per i cantanti succede per i content creator. La responsabilità c’è, è enorme. Soprattutto è quella di riuscire a rivolgersi a tutti e non essere solo under 30, ma diventare anche under 40, under 50…»
Parliamo del tuo percorso professionale, quando diventi “un sarto dei viaggi” e cosa ti ha spinto a fondare “Puoy”?
«Ho cominciato sui social nel 2020, quando nessuno in quel periodo produceva contenuti inerenti ai viaggi per via della pandemia da Covid. Ho sempre amato viaggiare. Esploravo città come Londra, Parigi, Edimburgo. D’altronde ero impegnato con l’università e non potevo dedicarmi a grandi viaggi. Ho cominciato così a sviluppare la mia passione per nuove culture, per aprire la mente ed organizzare viaggi personalizzati, a tema, che vanno incontro alle passioni delle persone. Al momento la mia attività principale è legata a “Puoy”, per viaggi di gruppo intergenerazionali tra persone con le stesse passioni, indipendentemente dall’età. Per me è importante condividere gli stessi valori. Non volevo dipendere solamente dai social, volevo qualcosa di mio e per questo ho fondato “Puoy”».
Viaggiare ha cambiato la tua definizione di felicità?
«La felicità a mio avviso è relativa. Io voglio avere la serenità, voglio essere sereno mentalmente. Riuscire a vivere la vita di tutti i giorni. Per me è stato difficile raggiungere un livello di serenità tale da dire: finalmente ho delle cose a cui pensare ma non le affronto più con fatica, con pesantezza. Tutti noi abbiamo delle difficoltà, l’importante è riuscire a saper investire in maniera costruttiva e non farsi abbattere».
C’è qualche insegnamento che hai ricevuto dalla tua community, dalle persone che ti seguono?
«Assolutamente sì. Faccio scoprire nuovi posti alle persone ma loro nello stesso tempo ricambiano. Quando visitano un posto mi insegnano spesso qualcosa, anche a livello etico. Ho postato un video pochi giorni fa in cui mi pentivo di aver fatto delle esperienze che non erano etiche. Quando le ho vissute mi sono arrivati dei messaggi da parte di persone che mi hanno fatto aprire gli occhi, indicandomi dei lati del turismo da conoscere».
Si viaggia anche per fuggire da una realtà e da un presente talvolta tormentato?
«Sì. Considera che uno dei valori di “Puoy” sono i viaggi introspettivi. Noi facciamo leva anche su questo. Come ti ho detto, non mettiamo limiti d’età, per me l’importante è adattarsi al gruppo. Una cosa che ho notato è che le persone vogliono viaggiare, ottenere qualcosa di psicologico dal viaggio e tornare “nuovi”».
C’è un augurio che intendi rivolgere alla tua regione di origine, alla Calabria?
«Ho notato un enorme sviluppo a livello turistico, comunicativo. Ho collaborato con la Regione a riguardo, realizzato diversi video per far conoscere la Calabria. Mi voglio augurare che a livello di collegamenti possa sempre più migliorare, consolidarsi, per portare le persone in giro. Spesso mancano i mezzi per raggiungere i posti, ma questo è un problema che non riguarda solo la Calabria. Voglio augurarmi che possa crescere sempre più perché è la regione più sottovalutata in Italia».
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