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Comune di Joppolo: liquidati i gettoni ai consiglieri, ma non tutti rinunciano

Per ottenere l’indennità c’è anche chi ha trascinato l’ente dinanzi al Giudice di Pace di Vibo Valentia, mentre in paese il dibattito sui compensi incassati resta aperto

Comune di Joppolo: liquidati i gettoni ai consiglieri, ma non tutti rinunciano
Il Municipio di Joppolo

E’ tempo di liquidazione dei gettoni di presenza ai consiglieri comunali per la partecipazione alle sedute consiliari, ma anche di indennità liquidate come debiti fuori bilancio. Siamo a Joppolo ed a far discutere i cittadini sono due determine: una riguarda la liquidazione del gettone di presenza ai consiglieri comunali per la partecipazione alle sedute consiliari per gli anni 2017, 2018, 2019 e 2020 e l’altra ha invece ad oggetto il riconoscimento di un debito fuori bilancio per la liquidazione in favore del consigliere Giovanni Burzì.

Il gettone di presenza per i consiglieri comunali di Joppolo è stato rideterminato  nel dicembre 2016 in 16,27 euro a seduta. A rinunciare alla somma loro spettante, al fine di destinarla per attività di interesse scolastico, sociale e pubblico sono stati i consiglieri: Carmelo Mazza (in questa consiliatura sindaco di Joppolo e quindi anche soggetto che gode di un’indennità), Florinda Albino, Vittorio Vecchio, Ambrogio Scaramozzino e Giovanni Preiti.

La spesa complessiva liquidata per tutti i consiglieri ammonta a 5.092,51 euro ed è così suddivisa: Carmelo Mazza 618,24 euro con 38 presenze; Dino Sterza 553,18 euro con 34 presenze; Antonio Loiacono 455,56 euro con 28 presenze; Florinda Albino 553,18 euro con 34 presenze; Mimmo Taccone 211,51 euro con 13 presenze; Giovanni Preiti 553,18 euro con 34 presenze; Vittorio Vecchio 471,83 euro con 29 presenze; Ambrogio Scaramozzino 536,91 euro con 33 presenze; Giuseppe Dato 423,02 euro con 26 presenze; Salvatore Burzì 390,48 euro con 24 presenze; Stefano Siclari 292,86 euro con 18 presenze; Graziano Corigliano 32,54 euro con 2 presenze. [Continua in basso]

La liquidazione per il consigliere Giovanni Burzì e l’atto di precetto

Con la seconda determina, invece, si è proceduto alla liquidazione delle somme dovute al consigliere Giovanni Burzì pari a 5.256,84 euro impegnando i relativi oneri in un apposito capitolo dell’esercizio finanziario 2021 quale riconoscimento di un debito fuori bilancio. La determina arriva dopo che il 15 gennaio scorso al Comune di Joppolo è stato notificato un atto di precetto da parte dell’avvocato Antonella Vecchio nell’interesse di Giovanni Burzì che il 25 ottobre del 2006 era stato nominato presidente del Consiglio comunale. Tale carica è stata ricoperta per il periodo giugno 2011 – febbraio 2014 e giugno 2015 a giugno 2016, con indennità pari ad euro 130,15 euro mensili.

Con atto di citazione, notificato in data 30 gennaio 2018, Giovanni Burzì ha chiamato in giudizio dinanzi al Giudice di Pace di Vibo il Comune di Joppolo per per il riconoscimento dell’indennità per complessivi 40 mesi pari ad euro 5.206,00. Il Giudice di Pace di Vibo Valentia ha quindi condannato il Comune di Joppolo al saldo di quanto dovuto in favore del consigliere Burzì, nonché al pagamento degli oneri dell’avvocato per un totale, quindi, di 5.256,84 euro.

Dunque, a conti fatti, il Comune di Joppolo sborsa oltre diecimila euro fra indennità per il consigliere Giovanni Burzì (che ha portato il Comune dinanzi al giudice) e liquidazione dei gettoni di presenza a cui rinunciano solo alcuni consiglieri. Non si tratta di una grande cifra complessiva, certo, ma stiamo pur sempre parlando di un Comune le cui casse finanziarie sono disastrate da anni e questo non è un mistero per nessuno. Molti cittadini di Joppolo e dintorni fanno inoltre notare che proprio perché – consigliere per consigliere – non si tratta di grandi cifre capaci di cambiare la vita, a tali liquidazioni si poteva (e c’è chi sostiene che “si doveva”) tranquillamente rinunciare, soprattutto da parte di chi ha ripetuto in campagna elettorale, e continua a ripetere anche oggi, di essere sceso in politica esclusivamente per un innato “spirito di servizio” nei confronti della comunità e non per qualche “piatto di lenticchie”. O forse no? Il dibattito a Joppolo (e non solo) è aperto.

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