«Alle aziende in crisi diamo i soldi di Vibo Sviluppo»
Il presidente dell’ente, Pasquale Barbuto, insiste sulla ricetta per rilanciare l’economia locale nel post-Covid: «L’alternativa - spiega - è perdere 6,5 milioni di euro»
di Pasquale Barbuto*
Come presidente di Vibo Sviluppo, ancora lo sono, sento il dovere d’intervenire nuovamente sulla situazione economica del territorio e sulle politiche adottate e da adottare per contrastare gli effetti della pandemia. Lo spunto è dettato da quanto riportato ieri da Il Sole 24 Ore circa una stima di Bankitalia sul Pil dove si prevede un crollo dell’11,2 per cento. Affiancata a questa previsione viene anche riportata un’indagine dell’Istat la quale prevede che “L’impatto della crisi sulle imprese è stato d’intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi di sopravvivenza”, aggiungendo che le più colpite saranno le micro e piccole aziende e sono a rischio chiusura 6 alberghi e ristoranti su 10. Questo a livello nazionale, non ci serve altro per capire quale sarà l’impatto sulla nostra economia.
È ovvio che di fronte ad una crisi di queste proporzioni ad intervenire devono essere le maggiori istituzioni europee e nazionali ma è altrettanto ovvio che i singoli territori hanno il dovere attraverso gli Enti locali, all’interno delle proprie funzioni e possibilità, di adottare tutte le forme di aiuto alle imprese e alle famiglie. Ribadisco ed insisto, per venire incontro alla specifica difficoltà di liquidità delle imprese della nostra provincia, la Vibo Sviluppo ha proposto di destinare le risorse finanziare di 6,5 milioni di euro, nella piena disponibilità della società, ad aiuti alle imprese sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili oppure garanzie su prestiti.
In sostanza un’attività di microcredito resa possibile da due elementi sostanziali: la disponibilità finanziaria e la fattibilità normativa dettata dal Decreto Rilancio del 20/05/2020. Non riesco a capire quale sia l’impedimento a valutare più approfonditamente la possibilità, più unica che rara, di realizzare tale opportunità. Anche perché il rischio concreto è che queste risorse tornino definitivamente a Roma. È banale affermare che un’operazione del genere, affinché raggiunga gli effetti sperati, debba avere almeno in via preliminare la condivisione di tutti gli attori dello sviluppo locale.
*Presidente Vibo Sviluppo Spa