Psc, Cascasi denuncia: «Si chiude la spiaggia di Vibo Marina per lasciare i depositi costieri»
Il Regolamento urbanistico prevede l’interdizione alle attività “a elevato affollamento o ricettività” per effetto del Piano d’emergenza della Meridionale Petroli. L’imprenditore ai consiglieri comunali: «Vi assumerete la responsabilità davanti ai cittadini»
È una denuncia forte e circostanziata che, tra mette esplicitamente di fronte alle proprie responsabilità la classe politica comunale di Vibo Valentia e, in particolare, il consiglio comunale cittadino. Assise chiamata, già nella prossima seduta (alla quale sarà presente anche l’architetto Karrer estensore del Piano strutturale comunale), a determinarsi proprio sul Psc, definendo dopo anni di attesa il futuro assetto urbanistico di città e frazioni. E rischiando, nel caso in questione, di decretare la morte economica e sociale di un particolare lembo di territorio.
A mettere l’importante questione sul tavolo è l’imprenditore Francesco Cascasi di Vibo Marina. Quale questione? È presto detto. Cascasi mette in guardia rispetto ad un dettaglio che – nell’enorme mole di documenti che costituiscono il Piano – rischia di passare inosservato. Si tratta dell’art. 27 del Regolamento urbanistico dell’1 febbraio del 2020 – la cui bozza è stata approvata in Giunta – che dispone la “definitiva chiusura della fruizione della spiaggia lungo la via Amerigo Vespucci” per effetto delle prescrizioni contenute nel Piano di emergenza esterno della Meridionale Petroli. Con l’adozione del Psc, che assorbe integralmente il Regolamento urbanistico, spiega Cascasi, «si sta decidendo di chiudere la spiaggia pubblica, la strada e tutto il territorio circostante, quello frequentato dai cittadini e dai turisti, mettendo la parola fine a qualunque ipotesi di sviluppo turistico ed economico di Vibo Marina». [Continua]
I rilievi di Cascasi sono contenuti in una lettera aperta ai consiglieri comunali di Vibo, nella quale l’imprenditore stigmatizza l’indifferenza – di parti sociali e amministratori – con la quale l’intera pratica urbanistica è stata portata avanti. «Non mi è parso – spiega – che vi sia stata una grande discussione nella città, tra le associazione, le forze politiche e sindacali su quale sia il progetto di sviluppo per Vibo Marina e per il suo Porto, una realtà territoriale che da circa venti anni tenta, senza riuscirci, di trovare una nuova identità dopo la perdita della vocazione industriale. Purtroppo alla mancata discussione si aggiunge il silenzio anche dei consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, dal quale legittimamente si può trarre l’impressione che il nuovo Psc sia diventato un adempimento burocratico del vostro mandato».
Per Cascasi: «Nessuna passione politica aleggia su Palazzo Luigi Razza, altrimenti non sarebbe passata inosservata la proposta, contenuta all’art. 27, detrattori ambientali e norme, del Regolamento Urbanistico dell’1 febbraio 2020, di definitiva chiusura della fruizione della spiaggia lungo la via Amerigo Vespucci. Chiusura della spiaggia – argomenta – frutto dell’accoglimento delle prescrizioni contenute nel Piano di Emergenza Esterno a suo tempo adottato nell’indifferenza degli amministratori comunali con il metodo speditivo, senza cioè, pur sussistendone le condizioni, un’adeguata e attenta analisi del rischio effettivo che il mantenimento dello stabilimento della Meridionale Petroli comporta sull’area circostante che ha ormai da anni una diversa vocazione».
L’imprenditore, che nell’area in questione possiede un rinomato ristorante con annesso lido, spiega quindi che «non sono stati adottati i giusti provvedimenti nei confronti di quel deposito costiero, cioè di quel singolo soggetto, che provoca un rischio all’esterno e che già tempo avrebbe dovuto essere riportato dentro le sue mura, per come prevedono le nome sul punto (art. 22 del D.lgs. 105/2015) e per come ha stabilito dallo stesso Comune di Vibo Valentia che, nell’agosto 2019, ha chiesto un sacrificio temporaneo ai cittadini ed agli operatori economici perché la Meridionale Petroli da lì a breve avrebbe posto fine al rischio. Oggi, scopriamo che questo sacrifico sta diventando permanente a discapito di tutta la cittadinanza».
Quindi la dura reprimenda all’indirizzo degli amministratori comunali: «Quando pensate di voler discutere di cosa fare di Vibo Marina? Quando pensate venga il momento di decidere se Vibo Marina ha il diritto di superare le vestigia di archeologia industriale che abbruttisce il Porto e la sua immagine e non sia venuta l’ora che diventi finalmente un luogo ameno di accoglienza turistica? È stata mai fatta – incalza – un’analisi su costi benefici, in termini economici e sociali, che il mancato sviluppo turistico comporta e quanto invece sia pregiudizievole mantenere, proprio davanti l’unica area libera per la fruizione della spiaggia su via Vespucci, una struttura che oggi con lo smantellamento dell’area industriale non ha più senso nel posto in cui si trova e andrebbe collocata altrove?».
Prosegue la lettera di Cascasi: «Basta avere un minimo di lungimiranza e immaginare cosa sarebbe quest’area se solo si liberasse lo spazio prospicente la spiaggia. Allora provate a leggere bene l’art. 27 al comma 7 della bozza di regolamento già approvato dalla Giunta Comunale, dove si dice che entro le linee di danno non sono possibili attività configurabili a elevato affollamento o ricettività. Sappiate che questo significa che state per approvare la definitiva chiusura della spiaggia di via Vespucci pregiudicando tutte le attività comprese nel perimetro che delimita il rischio. Vi assumerete una gravissima responsabilità politica nei confronti della cittadinanza oltre che giuridica di fronte a tutti coloro che dall’approvazione di questo provvedimento dovessero subire danni. I cittadini – aggiunge – sapranno che per le vostre scelte non potranno fruire della spiaggia pubblica di via Vespucci per andare al mare, questo lo devono ad un’amministrazione comunale che non si è attivata abbastanza e per tempo per conciliare la presenza dello stabilimento con le esigenze della generalità dei cittadini. Un’amministrazione che non ha eseguito quel giusto bilanciamento di interessi: quello pubblico (all’uso della spiaggia ed alla progressione economica e turistica di una città che oramai ha solo questa vocazione), con quello del singolo che per di più costituisce un rischio per i cittadini».
E ancora: «con l’approvazione del regolamento vi assumerete la responsabilità di mettere fine definitivamente alla ricerca di equilibrio visto, dichiarando che la tutela degli interessi di un privato sono prevalenti rispetto all’interesse pubblico. Si lascia lo stabilimento della Meridionale Petroli e si chiude la spiaggia su via Vespucci. Spero che questa mia riflessione possa esservi utile almeno non potrete dire di aver votato a vostra insaputa».