Pesca, a Vibo Marina è la stagione delle tonnare volanti
Fanno incetta di tonni rossi che vengono poi dirottati verso il mercato giapponese attraverso Malta. Sbiadito ricordo di un’epoca in cui l’epicentro del settore era proprio lo scalo vibonese
Gli strumenti tradizionali di pesca, quali gli impianti fissi delle tonnare, sono stati da diversi anni gradualmente sostituiti dalle tonnare volanti, capaci di individuare i banchi di tonno con grande facilità, grazie all’impiego di sofisticate apparecchiature come il sonar.
La specialità di tonno rosso che vaga nel Golfo di Sant’Eufemia (thunnus thunnus) in questo periodo dell’anno è molto pregiata e questo lo sanno benei grossi motopescherecci che sono diventati una realtà ormai da molti anni. E lo sanno benissimo anche i giapponesi, che sono i principali acquirenti degli esemplari migliori che, ancora vivi, vengono rinchiusi in gabbie ancorate al largo per poi essere trasportate nell’isola di Malta, dove i nipponici hanno la loro base commerciale nel Mediterraneo e dove i tonni vengono messi, all’ingrasso, in allevamenti ittici. [Continua]
E qualcuno ancora conserva memoria degli anni in cui la base delle navi-officina giapponesi non era Malta, ma proprio Vibo Marina. Intorno alla metà degli anni ‘60, nei mesi di maggio/giugno, le navi della “Kimiotu-maru” ricevevano il pregiatissimo pescato ed iniziavano a bordo la lavorazione, stoccaggio e confezionamento dei tonni. Anche le industrie conserviere locali si servivano, in quel periodo, del porto di Vibo Marina per l’acquisto della materia prima necessaria alla loro attività produttiva. Sbiadito ricordo di un’epoca in cui l’infrastruttura portuale vibonese aveva ancora una sua centralità, anche nel settore della pesca.
Quando ancora non sono comparse le prime luci dell’alba, le tonnare volanti rientrano in porto. Ad attenderli, sulle banchine, una fila di automezzi dotati di celle frigorifere, pronte ad accogliere gli esemplari destinati all’industria invece che all’allevamento.
Tutto questo massiccio impiego di mezzi è per far fronte a una richiesta crescente, soprattutto proveniente dai ricchissimi mercati orientali, soprattutto giapponesi, dove la carne cruda del tonno rosso è molto apprezzata per la preparazione del sushi e del sashimi. Su questo mercato il tonno viene battuto all’asta fino a 350 euro al chilo. Ma questo porta anche a uno sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, che nulla di buono lascia prevedere per il futuro. La diminuzione degli esemplari pescati e la riduzione della loro taglia sono gli aspetti più evidenti di questo processo.
C’è da augurarsi che ai tonni non succeda quanto successo alle balene, che a causa di una caccia indiscriminata sono a rischio di estinzione. E poi con cosa faranno il sushi, nuova moda alimentare?