venerdì,Novembre 22 2024

Fallimento Gam di Rombiolo, la Cassazione annulla con rinvio la sentenza

La Suprema Corte dispone un riesame dell’intera vicenda affidandola ad altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. Il legale dell’azienda: «Fiduciosi in un esame più approfondito del piano aziendale»

Fallimento Gam di Rombiolo, la Cassazione annulla con rinvio la sentenza

«Si prende atto della sentenza della Suprema Corte che con il rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto un riesame nel merito dell’intera vicenda».

Così l’avvocato Francesco Manduca ha accolto la decisione della Corte di Cassazione, che recentemente ha riaperto la questione relativa al fallimento della Gam, l’azienda di Rombiolo al centro di una lunga e paradossale vicenda giudiziaria.

Fondata dall’imprenditore Domenico Caparra, specializzata nella progettazione e realizzazione di componenti di alta ingegneria per raffinerie e impianti industriali, con circa 130 dipendenti e un giro d’affari di oltre 15 milioni di euro l’anno, la Gam è stata sul mercato per 30 anni. Sino al febbraio 2015, quando è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Vibo Valentia, nonostante la presentazione di un piano di rilancio industriale, tecnicamente un “concordato in continuità”, che aveva tutte le carte in regola per rilanciare l’azienda, facendo leva anche su un’importante joint venture con un’azienda petrolifera del Qatar. Avendo il Tribunale negato anche l’esercizio provvisorio, i curatori fallimentari licenziarono tutto il personale e misero in liquidazione l’azienda. Una decisione contro la quale il management, rappresentato dal legale di fiducia, Manduca, propose ricorso.

L’8 luglio 2015, poi, ci fu il colpo di scena, con la completa riabilitazione dell’azienda da parte della Corte d’appello di Catanzaro, che annullò il fallimento, riconoscendo piena efficacia al piano aziendale bocciato invece dal giudice di primo grado. La vicenda sembrava dunque avviata a una soluzione positiva, con l’azienda pronta a ripartire grazie a una serie di commesse già programmate e un portafoglio clienti di tutto rispetto.

A mandare in frantumi tutte le speranze fu, però, un nuovo, inaspettato risvolto giudiziario, cioè la presentazione da parte dei curatori fallimentari dell’istanza per il ricorso in Cassazione, per certi versi incomprensibile, visto che la maggioranza dei creditori riuniti in un comitato aveva accolto favorevolmente la revoca del fallimento.

Il 27 febbraio scorso, infine, è arrivata la pronuncia della Cassazione, che ha cassato la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, rinviando tutto ad altra sezione. Una decisione che non chiude definitivamente la questione, ma lascia aperta la porta alla riconferma della validità del piano aziendale, come rimarca il legale della Gam.

«Atteso che, ad avviso della Suprema Corte, le valutazioni in punto di diritto espresse nella sentenza impugnata sarebbero contraddittorie – spiega Manduca -, gli stessi giudici di Cassazione non hanno potuto esimersi dal rinviare le parti ad altra sezione di Corte D’Appello per consentire un esame ancor più approfondito del piano concordatario, che è già stato valutato positivamente la prima volta. Senza alcun dubbio la società si sottoporrà al nuovo ed attento esame della Corte d’Appello più che fiduciosa delle proprie argomentazioni in punto di diritto e di fatto».

 

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