martedì,Maggio 13 2025

Sciopero nazionale dei metalmeccanici: presidio alla Baker Huges di Porto Salvo per Fim-Cisl Calabria e Cisl Magna Grecia

I segretari regionali Pino Grandinetti e Daniele Gualtieri sostengono le rivendicazioni dei lavoratori sul rinnovo del contratto nazionale e la riapertura del tavolo di trattativa tra Federmeccanica e Assistal

Sciopero nazionale dei metalmeccanici: presidio alla Baker Huges di Porto Salvo per Fim-Cisl Calabria e Cisl Magna Grecia
Il presidio dei metalmeccanici di stamane
Il presidio davanti ai cancelli della Baker Huges di Porto Salvo

Chiedono «il rinnovo del contratto nazionale di lavoro e la riapertura del tavolo di trattativa tra Federmeccanica e Assistal» le sigle sindacali di Fim-Cisl Calabria (segretario generale Pino Grandinetti) e Cisl Magna Grecia (segretario generale Daniele Gualtieri) che hanno aderito allo sciopero nazionale dei metalmeccanici indetto stamane per otto ore dalle organizzazioni Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil. Al centro della protesta, le rivendicazioni dei lavoratori. In primis, l’irricevibile rifiuto da parte delle controparti datoriali di concedere un aumento salariale mensile di 280 euro, senza peraltro avanzare una proposta alternativa quantificabile. Ulteriore motivo di scontro è il diniego di rendere effettivi gli aumenti contrattuali in presenza di superminimi individuali, penalizzando di fatto molti lavoratori. Le «modifiche peggiorative» introdotte alla cosiddetta “clausola di salvaguardia”, con un «posticipo a sei mesi dell’adeguamento salariale», e la trasformazione degli «scatti di anzianità in pagamenti annuali anziché mensili, con conseguenti ripercussioni negative su maggiorazioni, istituti contrattuali e tassazione», hanno sottolineato le sigle sindacali, sono state duramente contestate. Così come il riconoscimento di uno “scatto ridotto” limitato a chi vanta un’anzianità superiore a dieci anni. La contrattazione e i premi di risultato rappresentano un altro nodo cruciale: «l’introduzione di un “semaforo rosso” legato al 10% del Mol/Fatturato – hanno poi sottolineato – è vista come una barriera che escluderebbe numerose aziende, soprattutto quelle prive di contrattazione aziendale, dall’erogazione di una minima quota economica». Un malcontento ulteriormente alimentato dalla totale chiusura mostrata dalle controparti sulla questione della stabilizzazione dei lavoratori con contratti precari. Le proposte avanzate in materia di welfare e previdenza sociale sono state giudicate «inadeguate», mentre sul fronte di orari di lavoro, salute, sicurezza e appalti si registrano «retrocessioni e mancanze». Infine, le sigle sindacali denunciano come un’altra «occasione persa» le mancate risposte in tema di inquadramento e formazione professionale.

Le date dello sciopero in Calabria

«Il nostro sit-in di protesta è proseguito nuovamente oggi allo stabilimento di Baker Huges di Porto Salvo, dopo quello indetto a fine marzo – ci ha fatto sapere il segretario generale di Fim-Cisl Calabria, Pino Grandinetti – poiché le segreterie nazionali hanno deciso di articolare lo sciopero in più date e in più stabilimenti anziché in un singolo giorno cumulativo. Oggi abbiamo iniziato da Vibo, ma proseguiremo giorno 23 a Reggio Calabria e il 30 a Cosenza, Catanzaro e Crotone». Dopo sei mesi di negoziati ritenuti «infruttuosi», la mobilitazione rappresenta una «risposta ferma» all’atteggiamento giudicato «intransigente» delle controparti datoriali. «Senza contratto – sottolineano con decisione i sindacati dei metalmeccanici – si continua a scioperare». Per Fim-Cisl e Cisl Magna Grecia, «è di fondamentale importanza rinnovare il contratto nazionale di lavoro in tempi rapidi per dare risposte concrete alla questione salariale che grava pesantemente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori italiani, e in particolare sulla categoria dei metalmeccanici. Allo stesso tempo, è cruciale estendere i diritti per proteggere i lavoratori dalla crisi e dal rischio di una nuova ondata recessiva». La protesta dei metalmeccanici calabresi si unisce al coro nazionale, lanciando un chiaro segnale alle controparti: il tempo delle attese è finito, è ora di agire per il futuro del settore.

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