lunedì,Marzo 31 2025

Mobilità forzata per infermieri e oss dell’Asp di Vibo, il Nursind: «Non abbiamo mai sostenuto il ricorso indiscriminato a questa soluzione»

Presa di posizione contro altre organizzazioni sindacali che «si limitano a denunciare il modus operandi aziendale senza alcuno sforzo concreto per analizzare e risolvere i problemi»

Mobilità forzata per infermieri e oss dell’Asp di Vibo, il Nursind: «Non abbiamo mai sostenuto il ricorso indiscriminato a questa soluzione»

Tra le pieghe del dibattito sulla mobilità d’urgenza per infermieri e assistenti socio sanitari (oss), disposta dall’Asp di Vibo per fronteggiare la mancanza di personale negli ospedali, s’inserisce ora anche il segretario provinciale del sindacato Nursind di Vibo, Domenico La Bella che, attraverso un comunicato stampa, manifesta forte critica nei confronti di altri sindacalisti, accusandoli di limitarsi a sterili denunce senza offrire soluzioni concrete ai problemi che affliggono il personale sanitario. «Il Nursind di Vibo – scrive il sindacalista La Bella – da anni combatte per restituire dignità ai lavoratori dell’Asp di Vibo Valentia. Negli ultimi giorni, abbiamo assistito a numerose prese di posizione da parte di alcuni sindacalisti che, però, si limitano a denunciare il modus operandi aziendale senza alcuno sforzo concreto per analizzare e risolvere i problemi».

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Questi atteggiamenti per La Bella, «non fanno altro che alimentare sterili polemiche e promuovere meri protagonismi, distanti dalla realtà vissuta dai lavoratori. Oggi, si denuncia l’abuso della mobilità d’urgenza che colpisce infermieri e oss dell’Asp di Vibo. Ribadiamo con forza che il Nursind di Vibo non ha mai sostenuto un ricorso indiscriminato alla mobilità d’urgenza, strumento regolamentato e sottoscritto da tutte le segreterie del comparto sanità firmatarie del contratto. La nostra organizzazione ha sempre lavorato per fornire risposte concrete alle criticità operative, con l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti e, di riflesso, i servizi erogati ai pazienti. Come sindacato di categoria, non possiamo limitarci a chiedere all’Azienda di ottenere ulteriore personale, né possiamo affermare con certezza che l’attuale carenza di personale sia esclusivamente il risultato di un errore nella valutazione dei fabbisogni da parte della Regione».

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«Due ragioni – prosegue il sindacalista nel suo comunicato stampa – ci spingono a non percorrere questa strada: primo, la rivalutazione dei fabbisogni richiederebbe tempi lunghi (di almeno 2-3 mesi); secondo, non è detto che quei calcoli siano effettivamente errati. L’unica certezza è che i lavoratori continuano a subire condizioni critiche con unità operative, come l’Emergenza-Urgenza, schiacciate da una pressione insostenibile che aumenta il rischio di errori e compromette la sicurezza». Per La Bella, questo è il settore che «soffre più di tutti». Il personale dell’Emeregenza-Urgenza «rappresenta il fronte operativo, agisce in condizioni di estrema pressione e ogni secondo può fare la differenza tra la vita e la morte. Questa organizzazione sindacale si chiede: i lavoratori devono davvero attendere i conteggi della Regione? Oppure, come qualcuno direbbe, è forse ora che i vertici aziendali portino una calcolatrice in Regione per rifare i conti?»

«Durante le riunioni sindacali – prosegue -, come dimostrano i verbali, la nostra organizzazione ha offerto all’Azienda una mano tesa, chiedendo risposte immediate per garantire la sicurezza del personale. Sta all’Asp di Vibo definire modalità e metodi, mentre il sindacato ha il compito di vigilare sulla correttezza dei processi. In un clima di campagna elettorale Rsu, taluni preferiscono dichiarazioni di facciata per raccogliere voti. Noi riteniamo invece prioritario dare risposte concrete a quei lavoratori che, ogni giorno, affrontano enormi difficoltà in solitudine. Questa realtà non la comprenderà mai chi, comodamente seduto dietro una scrivania, delega i problemi ad altri, alimentando ipotesi invece di proporre soluzioni, ergendosi a “paladino della giustizia” e sfruttando chi è ormai allo stremo e si sente abbandonato. Forse è il caso di chiedersi perché alcuni sindacati parlano in generale di mobilità senza mai esprimere solidarietà al personale dell’Emergenza-Urgenza, lasciandolo nel caos? Questo settore è forse di scarso interesse? Oppure si ritiene che questi lavoratori possano aspettare?»

Il Nursind di Vibo, incalza il sindacalista, «esige rispetto per tutti i lavoratori, senza distinzioni tra “serie A” e “serie B”. Chiediamo che la mobilità d’urgenza venga utilizzata esclusivamente nei casi realmente urgenti, come stabilito dal regolamento. E chiediamo con forza interventi immediati per affrontare e risolvere le criticità nei presidi di Vibo, Serra e Tropea. Restituire dignità e rispetto ai lavoratori è una priorità non negoziabile. Il Nursind, primo sindacato di categoria in Italia e maggiormente rappresentativo, sarà sempre al fianco dei lavoratori, vigilando sulla correttezza degli atti e delle procedure. Ai tavoli sindacali portiamo non le istanze individuali, ma le criticità e i problemi di tutti i lavoratori. Continueremo a denunciare ingiustizie e adistinguersi da chi tutela solo una parte del personale».

«Risolvere il problema del personale è al primo posto, ma non l’unica priorità che questo sindacato si pone», ha poi aggiunto il segretario provinciale del Nursind. «Abbiamo chiesto, e lo faremo con maggiore insistenza, di aprire i tavoli per la discussione della produttività degli anni 2020-2021-2022-2023-2024, la Banca Ore, i Dep 2025 e l’attuazione di tutti quegli istituti contrattuali che rappresentano un diritto dei lavoratori. Abbiamo dimostrato sempre di essere dalla parte dei lavoratori in ogni occasione e lo dimostreremo ancora. Vibo Valentia ha bisogno di una sanità che funzioni e dia risposte, non che alimenti polemiche superflue».

«Come sindacato – ha poi concluso, con una nota critica – dobbiamo assumere comportamenti responsabili e non continuare a decantare inutili affermazioni di protagonismo che nulla hanno a che vedere con la realtà e che non portano a nessuna soluzione dei problemi. Se veramente si vuole fare sindacato vero, allora è il caso di mettere da parte il protagonismo e sedersi a un tavolo per elaborare strategie e obiettivi che portino ad un miglioramento delle condizioni lavorative del personale e, di conseguenza, servizi migliori alla richiesta di salute».

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