Niente rinnovo per 45 infermieri e oss: «Hanno scoperto oggi che domani sarà il loro ultimo giorno di lavoro, ma la sanità vibonese non può permettersi di perderli»
I sindacati parlano di «fulmine a ciel sereno» e mancanza di comunicazione da parte dell’Asp di Vibo. Dopo l’incontro in Prefettura resta l’incertezza sul futuro degli operatori sanitari i cui contratti scadono il 31 dicembre. Proprio domattina daranno vita a un sit-in di protesta
Non si placano le preoccupazioni intorno al mancato rinnovo dei contratti per gli infermieri e operatori sociosanitari assunti durante l’emergenza Covid-19 nella sanità vibonese. Dopo il confronto con i commissari dell’Asp, durante il quale è stata confermata la decisione di non prorogare i contratti di 45 lavoratori, la vicenda ha raggiunto nel pomeriggio un nuovo snodo con l’incontro tra i rappresentanti sindacali e il prefetto di Vibo Valentia, Anna Aurora Colosimo.
Appuntamento, quello in Prefettura, che si è svolto in un clima di attesa e tensione per i lavoratori e con le sigle sindacali impegnate a ribadire l’urgenza di trovare una soluzione a tutela sia dei lavoratori che del sistema sanitario vibonese, già messo a dura prova da carenze strutturali.
L’incontro in Prefettura
I rappresentanti sindacali si sono mostrati fermi e determinati nel far valere le proprie istanze: «Abbiamo esposto al prefetto tutte le nostre preoccupazioni» hanno spiegato al termine dell’incontro. «La situazione riguarda lavoratori che sono stati definiti eroi durante la pandemia e che ora vengono lasciati a casa senza alcuna prospettiva. Parliamo di madri e padri di famiglia, persone formate e qualificate che hanno prestato servizio con sacrificio e dedizione in un momento storico difficilissimo».
I sindacati hanno espresso forti critiche rispetto alla mancanza di comunicazione e alla gestione delle tempistiche da parte dell’Asp: «Abbiamo trascorso tutto il mese di dicembre convinti, sulla base di quanto comunicato dagli uffici e dalla terna commissariale, che i contratti sarebbero stati rinnovati. Questo ha portato i lavoratori a rinunciare alle ferie per coprire i turni, fidandosi delle rassicurazioni ricevute. Poi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la notizia della mancata proroga, per puro caso, quando stamattina una lavoratrice ha chiesto alcune informazioni all’Asp. Non è accettabile gestire così delle vite umane».
La Prefettura, da parte sua, ha mostrato apertura e interesse nel comprendere la questione: «Il prefetto ha assicurato che approfondirà la vicenda e dialogherà con la terna commissariale per cercare di sbloccare questa situazione» hanno riferito i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Tuttavia, l’incertezza resta alta, soprattutto perché le problematiche evidenziate non riguardano solo i contratti in scadenza, ma anche la necessità di stabilizzare i lavoratori.
Una sanità in bilico
Tra le maggiori preoccupazioni dei sindacati ci sono poi le ripercussioni che i mancati rinnovi potrebbero avere sul sistema sanitario provinciale: «Dal primo gennaio ci saranno gravi disservizi, in particolare al Pronto Soccorso, dove già la situazione è critica – hanno avvertito -. Non possiamo permetterci di perdere personale qualificato in una provincia che ha fame di sanità».
Tra le motivazioni fornite dall’Asp ai sindacati nella giornata di oggi, in merito ai mancati rinnovi, c’è la questione del disavanzo di bilancio, indicato dai commissari come uno degli ostacoli principali. Un argomento fermamente contestato dai sindacalisti: «Se l’Asp di Cosenza ha stabilizzato i lavoratori con un disavanzo di 70 milioni, non si capisce perché a Vibo Valentia, con un disavanzo di 20 milioni, non sia possibile nemmeno prorogare i contratti».
Domani il nuovo sit-in
Sindacati e lavoratori, naturalmente, non intendono fermarsi qui. Per domani è stato confermato il sit-in davanti alla sede dell’Asp alle ore 9:30. «Non molleremo fino a quando non verrà riconosciuto il diritto di questi lavoratori a una stabilità lavorativa. Si parla di famiglie, di persone che si sono sacrificate per garantire i servizi essenziali durante la pandemia e non meritano questo trattamento».