VIDEO | Maltempo, colture decimate. E al mercato di Vibo scarseggiano frutta e verdura
La Coldiretti stima 300 milioni di euro di danni al comparto a causa delle gelate che hanno interessato il Paese. Banconi semivuoti al mercato coperto del capoluogo dove i commercianti hanno dovuto fare i conti con le gelate
Coltivazioni decimate con interi raccolti di ortaggi invernali perduti e danni alle piante da frutta come agrumi e viti crollate sotto il peso della neve ma anche strage di centinaia di animali con la stima dei danni salita ad almeno 300 milioni di euro se si considerano anche le perdite commerciali dovute alle difficoltà di consegna del latte e degli altri prodotti che si sono salvati dal gelo.
E’ quanto emerge dal dossier della Coldiretti sugli effetti del maltempo che si è esteso dal sud al nord del Paese dove peraltro le gelate sono arrivate in certe zone dopo un insolito periodo di siccità.
“Nei supermercati sono praticamente dimezzate – rileva la Coldiretti – le consegne di ortaggi invernali sugli scaffali per effetto del maltempo che ha falcidiato i raccolti delle regioni del centro sud dalle quali provengono, in questa stagione, la maggioranza delle produzioni presenti sul mercato. Dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape sono disponibili in quantità ridotte sugli scaffali di negozi e supermercati”.
Alcuni prodotti però – avverte la Coldiretti – “sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all’aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori”.
Difficoltà di approvvigionamento anche nei mercati locali come quello coperto di Vibo Valentia, dove gran parte dei banconi si presentano semivuoti come documentato in questo servizio realizzato da LaC News24.
Ingenti i danni subiti da alcune aziende agricole situate tra Pizzo e Curinga