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Burocrazia lumaca: una «tassa nascosta» da 80 miliardi all’anno per le imprese. Vibo è fanalino di coda per i servizi digitali, Trento in testa

Secondo uno studio della Cgia di Mestre al Sud dove la giustizia funziona peggio, la sanità è malconcia e le infrastrutture sono insufficienti anche le imprese private perdono competitività

Burocrazia lumaca: una «tassa nascosta» da 80 miliardi all’anno per le imprese. Vibo è fanalino di coda per i servizi digitali, Trento in testa

Ottanta miliardi all’anno e tempi biblici per il rilascio di permessi e autorizzazioni varie. Tanto costa in Italia la burocrazia “inefficiente” sui servizi digitali nelle pubbliche amministrazioni secondo la Confederazione generale italiana dell’artigianato (Cgia) di Mestre che ha elaborato alcuni dati pubblicati dall’Ocse. La “maglia nera” spetta proprio alla provincia di Vibo Valentia, fanalino di coda della classifica nazionale che vede in testa Trento, Trieste e Treviso. Appena fuori dal podio sono Gorizia, Firenze, Venezia, Pordenone, Mantova, Vicenza e Parma. Nei primi 10 posti, ben 8 Province appartengono alla macro area del Nordest. In coda: Catania, Trapani, Caltanissetta, Crotone e, appunto, Vibo che occupa l’ultima posizione. «La nostra Pubblica amministrazione – secondo Cgia – è tra le peggiori d’Europa; conseguentemente i tempi medi per il rilascio dei permessi e delle autorizzazioni sono tra i più elevati». Questi disservizi, purtroppo, hanno una ricaduta economica elevata. «Una tassa nascosta – ha sottolineato la Cgia di Mestre – da far tremare i polsi».

Carte, timbri, moduli da compilare e attese agli sportelli sono vissuti da tanti imprenditori come dei veri e propri incubi. Per tanti cittadini, invece, quando ci si deve interfacciare con la macchina pubblica «spesso si scivola in un profondo stato di angoscia». La complessità nell’adempiere alle procedure imposte dalla nostra PA è un problema che in Italia è sentito da ben 73 imprenditori su 100. Tra i 20 Paesi dell’area dell’Euro solo in Slovacchia (78), in Grecia (80) e in Francia (84) la percentuale degli intervistati che ha denunciato questo problema è superiore al tasso riferito al nostro Paese. La media dell’Eurozona è pari a 57. Secondo uno studio dell’Ocse, «l’inefficienza della nostra Pubblica amministrazione – ha citato ancora la Cgia – ha delle ricadute negative sul livello di produttività delle imprese private». Dai calcoli dell’Organizzazione ottenuti attraverso l’incrocio della banca dati Orbis del Bureau van Dijk e dei dati di Open Civitas, emerge che la produttività media del lavoro delle imprese è più elevata nelle zone (Nord Italia) dove l’amministrazione pubblica è più efficiente.

Diversamente, dove la giustizia funziona peggio, la sanità è malconcia e le infrastrutture sono insufficienti (prevalentemente nel Sud Italia), anche le imprese private di quelle regioni perdono competitività. Secondo l’Institutional quality index, la realtà territoriale più virtuosa d’Italia nella burocrazia è Trento, con indice Iqi 2019 pari a 1; rispetto a 10 anni prima la provincia trentina ha recuperato 2 posizioni a livello nazionale».

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