Il rilancio del porto di Vibo Marina tra opportunità e sfide. Il consigliere comunale Pisani: «Abbiamo idee chiare per il suo sviluppo»
Il delegato allo scalo vibonese in un’intervista ai nostri microfoni fa il punto sull'infrastruttura dopo l’incontro, nei giorni scorsi, con il presidente dell’Autorità di sistema portuale Andrea Agostinelli
Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Andrea Agostinelli, ha ricevuto nei giorni scorsi la visita del sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, accompagnato dal consigliere comunale con delega al porto di Vibo Marina, Silvio Pisani, e da Carmelo Impellizzeri, delegato del Sindaco in seno al Comitato di Gestione dell’AdSP dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio. L’incontro si è svolto in un clima cordiale e di grande apertura da parte del presidente Agostinelli, che ha ascoltato tutte le richieste avanzate dalla delegazione vibonese dichiarando la propria disponibilità per la ricerca delle soluzioni più idonee.
Sulla “vexata quaestio” del rilancio dello scalo marittimo vibonese abbiamo posto alcune domande al consigliere comunale di maggioranza (M5S) Silvio Pisani, titolare della delega al Porto.
Per la prima volta un sindaco di Comune di Vibo Valentia ha concesso ad un consigliere la delega al Porto. Un segnale di cambiamento rispetto al passato? Come giudica questa decisione?
A dire il vero, il sindaco Enzo Romeo ha concesso molte deleghe sia ad assessori che a consiglieri, non lo vedo come un egocentrico e accentratore. Pertanto, credo che mi abbia conferito questa delega, come già da me asserito nel primo consiglio comunale, grazie ad una competenza, professionalità ed esperienza maturate in ambito portuale da oltre trent’anni.
In seno al Comitato di Gestione dell’AdSP siede anche un rappresentante del Comune, ma senza diritto di voto. Secondo lei, si sarebbe potuto chiedere al Presidente di rendere paritetica la presenza dei porti all’interno di questo organismo, in maniera che il porto di Vibo Marina potesse avere le stesse chances degli altri porti di competenza dell’AdSP, in particolare nella predisposizione del Piano Operativo Triennale, almeno per gli aspetti che lo riguardano? L’ampliamento della partecipazione avrebbe lo scopo di perseguire una più ampia condivisione nelle scelte.
Il componente che rappresenta il Comune ha diritto di voto, così come previsto dall’Art. 9 della L.84/94 e succ. e a fine mese dovrà votare il piano operativo triennale, precisando che quest’ultimo è comunque soggetto a revisione annuale. E per il prossimo anno, per il porto di Vibo Marina, verranno assegnati 20 milioni di euro.
Gli enormi ritardi accumulatisi in decenni di disattenzione e disinteresse e che oggi frenano il rilancio del porto sono a tutti noti, anche se non sono stati finora affrontati con la necessaria conoscenza e la dovuta competenza. Quale problema, a suo parere, bisognerebbe affrontare per primo? Da dove cominciare?
Per fortuna o purtroppo per qualcuno (come cantava Gaber), l’AdSP è entrata solo nel giugno 2021, fortemente voluta dal sottoscritto e dall’on. Tucci, proprio a causa della totale assenza della classe politica precedente a cui, a quanto pare, piaceva evidentemente il mantenimento dello status quo, perché la seconda ipotesi sarebbe quella dell’incompetenza e sinceramente voglio immaginare che sia la prima. Per quanto mi riguarda, il primo problema è quello di capire quale vocazione si vuole dare a questo porto che sicuramente è polivalente e su questo abbiamo già una visione futura e le idee ben chiare per sviluppare porto e retroporto.
Certo, ci vorranno diversi anni, ma bisogna pur cominciare, altrimenti torneremmo al discorso che le dicevo precedentemente. Sicuramente la prima opera urgente da creare è una stazione marittima, non solo per affrontare e gestire il traffico passeggeri per le Isole Eolie, ma per una questione di lungimiranza e quindi in previsione del prolungamento delle banchine, che negli anni a venire porterebbe inevitabilmente ad una notevole crocieristica, in modo da non trovarsi impreparati. Offrendo, così, anche altri servizi che sono sempre mancati e di cui il turista ha bisogno.
Nella vicenda legata all’investimento Baker Hughes a Corigliano, l’assessore regionale alle Attività Produttive ha escluso la possibilità di prendere in considerazione il porto di Vibo Marina in quanto non esistono i necessari presupposti. Con una buona dose di volontà da parte degli enti coinvolti nella gestione del porto, non si sarebbe potuto tentare di risolvere gli aspetti legati al reperimento delle aree e al dragaggio dei fondali, prima di metterci sopra una pietra tombale?
Bisogna distinguere le due cose ed essere chiari con i cittadini senza illuderli. A chiunque si chieda, le risponderà che avrebbe voluto un incremento di almeno 200 posti di lavoro, ma purtroppo, se guardiamo la realtà, anche a breve e medio termine, attualmente non può essere fattibile per le aree disponibili nel porto e nel retro porto di Vibo Marina. Ben altra cosa è il dragaggio dei fondali. In questo caso si tratta di piccole “pulizie” all’imboccatura portuale perché, per il vero e proprio dragaggio, bisogna fare una caratterizzazione ambientale che ha tempi molto più lunghi e costi più elevati. E che comunque, tecnicamente, non potrà essere effettuato fino a quando non verranno consolidate le banchine, altrimenti si rischia seriamente il cedimento delle stesse a causa dei grottaggi sottostanti.