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Sciopero del Cup, Federfarma pronta al confronto con l’Asp di Vibo ma avverte: «I mancati rimborsi mettono a rischio fallimento gli esercizi più piccoli»

I rappresentanti di categoria delle 79 farmacie vibonesi pronte a negare le prenotazioni delle visite mediche replicano al commissario Battistini: «Chiediamo che vengano saldate tutte le spettanze arretrate per consentire di pagare i fornitori. Dall’Azienda sanitaria serve un impegno concreto»

Sciopero del Cup, Federfarma pronta al confronto con l’Asp di Vibo ma avverte: «I mancati rimborsi mettono a rischio fallimento gli esercizi più piccoli»

Hanno suscitato scalpore le dichiarazioni a Il Vibonese del commissario straordinario dell’Asp di Vibo, Antonio Battistini in merito allo stato di agitazione dei 79 farmacie sul territorio che da mesi non ricevono i rimborsi per le medicine erogate. Una risposta dura a Federfarma che aveva annunciato l’adesione di tutti gli esercizi vibonesi allo “sciopero del Cup”, il servizio di prenotazione delle visite specialistiche per conto dell’Azienda sanitaria.  Dal canto suo, Battistini, intervistato dal nostro giornale, aveva risposto a muso duro: «Io ricatti non ne subisco da nessuno. Se vogliono andare allo scontro frontale commettono un errore, perché allora io mi fermo per attendere gli esiti dell’indagine della commissione di accesso agli attiCosì i soldi li vedranno tra qualche anno».

La risposta di Federfarma

Federfarma replica al commissario Battistini: «Le farmacie chiedono che vengano saldate tutte le spettanze arretrate per consentire di saldare i fornitori. Dall’Azienda sanitaria serve un impegno concreto»
Il commissario Battistini

Ed è proprio l’associazione che rappresenta i farmacisti a replicare al commissario: «Federfarma Vibo Valentia – si legge in una nota – esprime il proprio stupore sia per il tono utilizzato che per il contenuto della risposta-intervista rilasciata agli organi di informazione dai vertici aziendali a seguito della proclamazione dello stato di agitazione, non consoni a chi è chiamato a rivestire ruoli di grande responsabilità». Il sodalizio «ribadisce che il termine “ricatto” non può essere in alcun modo accostato al servizio offerto quotidianamente dalle farmacie, notturni e festivi compresi, grazie alla competenza e allo spirito di servizio di professionisti seri e laboriosi».  

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Farmacie a rischio «default»

La presa di posizione degli esercizi è chiara: «Le Farmacie chiedono semplicemente che venga rispettato un diritto sancito nella nostra Costituzione e che quanto prima vengano saldate tutte le spettanze arretrate per consentire il pagamento dei fornitori e l’erogazione dell’assistenza farmaceutica. Ad oggi restano da saldare le spettanze relative alle ricette di maggio, giugno e luglio oltre alle indennità di residenza in favore delle Farmacie rurali e sussidiate dal 2020 al 2024». Con riferimento al mese di maggio, però, Battistini nella sua intervista aveva annunciato che i pagamenti erano in corso.

Ma, secondo Ferderfama, la situazione resta difficile: «Che si rischia già nel breve periodo di provocare il default delle farmacie più piccole che operano in sedi disagiate per le quali il ristoro delle ricette è l’unico mezzo di sopravvivenza, è stato informato il generale Antonio Battistini in due incontri cordiali che questa Federazione ha avuto negli ultimi mesi con i vertici aziendali senza però che alle rassicurazioni seguissero gli opportuni riscontri».

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Federfarma infine «ribadisce la piena disponibilità al dialogo e alla collaborazione al fine di trovare una soluzione che metta al primo posto gli interessi legittimi e vitali dei cittadini, soluzione però che non può prescindere da un impegno concreto, messo nero su bianco, da parte dell’Azienda sanitaria provinciale, con tempi certi entro i quali intenderà normalizzare la sua posizione».

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