Vibo Marina, pescatori in protesta: «Le politiche Ue favoriscono le importazioni»
Gli operatori lamentano il non più sostenibile aumento del gasolio, che ha visto triplicare il suo costo, e l’importazione non controllata di prodotti ittici proveniente da altri Paesi
I pescatori delle varie marinerie del Tirreno e dello Ionio si sono dati appuntamento presso la banchina Cortese del porto di Vibo Marina, nello stesso giorno in cui a Roma si svolgeva una manifestazione a carattere nazionale, per esprimere il loro dissenso verso le politiche del Governo e dell’Unione Europea nei confronti della loro categoria. Tra i tanti problemi che affliggono da tempo un settore collegato ad altri comparti economici come la ristorazione e il turismo e che vengono assimilati a quelli degli agricoltori, vengono segnalati, in primis, il non più sostenibile aumento del gasolio, che ha visto triplicare il suo costo, e l’importazione non controllata di prodotti ittici proveniente da altri Paesi, che ormai rappresentano una percentuale che sfiora l’80% del consumo senza garantire nessuna tutela nei riguardi del consumatore. «Le politiche Ue -lamentano inoltre i pescatori- favoriscono le importazioni dall’estero oltre a tagliare le aree di pesca, con la conseguenza che un peschereccio su tre è a rischio». Per tali motivi viene lanciato, da parte dei pescatori calabresi, un pressante invito alle amministrazioni locali affinché sostengano, senza distinzione di appartenenza politica, le iniziative governative che verranno messe in campo per aiutare un importantissimo settore economico ormai in crisi.
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