Turismo delle radici, Serre vibonesi in fermento: «Risvegliamo l’orgoglio dell’appartenenza»
Si lavora per una programmazione utile a implementare il turismo di ritorno in grado di coinvolgere migliaia di emigrati e i loro discendenti. Nel Vibonese, le attività coinvolgono undici Comuni. Il sindaco di Brognaturo, Tassone: «Puntiamo al recupero delle economie dei nostri paesi, chi torna lo fa per amore verso la propria terra»
Il 2024 è stato dichiarato l’anno delle radici italiane nel mondo. Un “riconoscimento” alle migliaia e migliaia di storie legate all’emigrazione, al sacrificio e al successo di interi nuclei familiari che, pur lasciando la propria terra in cerca di lavoro e dignità, non hanno mai smesso di tessere il filo delle relazioni con le origini. Un legame trasmesso poi ai discendenti oggi più che mai desiderosi di conoscere e approfondire i luoghi da cui presero il via le vicende degli avi. Le iniziative pensate per il nuovo anno, inserite nel grande progetto del “Turismo delle radici” coinvolgono in particolare l’area delle Serre vibonesi. Brognaturo risulta capofila nonché coordinatore di un progetto al quale hanno aderito, con apposita delibera di giunta, i Comuni di: Nardodipace, Fabrizia, Mongiana, Spadola, Simbario, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Monterosso, Polia, Cardinale e Badolato. A parlarcene, il sindaco di Brognaturo, Rossana Tassone: «Si tratta- spiega- di un’attività importante, inserita nel Pnrr nella missione attrattività dei borghi e che farà da collegamento tra l’area vibonese e catanzarese, allo scopo di creare una guida delle radici che metta in luce le specifiche vocazione dei territori e le opportunità».
Il turismo di ritorno
Più dettagliatamente «sarà un progetto itinerante che toccherà passo passo tutti i paesi. Ogni Comune realizzerà un evento con lo scopo di valorizzare le peculiarità del comprensorio di pertinenza (gli aspetti storici, cultuali, artigianali e paesaggistici). Accanto all’appuntamento ci sarà una rassegna culturale per promuovere il turismo di ritorno». All’interno delle manifestazioni, che saranno supportate nell’organizzazione da esperti tra cui Vito Teti e Giuseppe Sommario, verranno inseriti racconti, musica, presentazioni di libri. Si confezionerà per l’occasione anche un cortometraggio. Dal punto di vista organizzativo, i Comuni sono al lavoro da settimane: «Nei prossimi giorni incontreremo le associazioni del territorio, il Gal e il Distretto del cibo». Nulla viene lasciato al caso. Anche perché il turismo di ritorno potrebbe rappresentare nuove possibilità di sviluppo per i territori, continuamente vittime di un lento quanto progressivo spopolamento. Il base alle stime, in Italia, questa forma inedita di turismo potrebbe generare una spesa vicina agli 8 miliardi di euro. Dati che emergono da recenti studi condotti da Confcommercio e Swg sulle comunità italiane di 8 Paesi: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Usa.
Il ritorno nei paesi d’origine
Tornare nei paesi, riallacciare legami. Gli emigrati o i loro discendenti, più che al viaggio in sé per sé, puntano a ritrovare amici, parenti: «Danno molta importanza alle relazioni per esempio con i componenti della loro famiglia d’origine, al vicino di casa, delle persone con cui giocavano. S’incontrano, si raccontano, passano tempo in piazza, “vivono” a pieno il paese». Il sindaco di Brognaturo, forte dell’esperienza raccolta negli ultimi mesi, sottolinea: «In estate, alcune famiglie hanno portato i loro figli e nipoti in paese. Illustravano loro gli scorci e le vie del centro nel quale erano cresciuti, le attività e botteghe non più esistenti. Proprio su tale spunto, abbiamo realizzato una passeggiata nel centro storico. Durante questa iniziativa, partita proprio dai luoghi di incontro e socialità di Brognaturo, sono stati raccontati aneddoti, storie. Chi ritorna, torna perché è attaccato in maniera viscerale al proprio paese».
Un altro aspetto che tiene unito gli emigrati con le origini è quello religioso: «In Canada, per esempio, le comunità di emigrati provenienti dal nostro paese, hanno riprodotto la festa del luogo. Così, come a Brognaturo si teneva e si tiene la festa della Madonna della Consolazione, anche a Toronto si svolgevano ( e si svolgono) simili attività». Ma c’è di più. Gli emigrati «contribuivano alle spese della festa nel paese d’origine inviando soldi e al contempo realizzavano una ricorrenza, con tanto di riproduzione della statua, nella città dove si erano stanziati. Durante i festeggiamenti, poi, cercavano il modo di collegarsi con il paese. Attraverso le radio, la tv. Tradizioni presenti e attive tuttora».
La riscoperta degli avi
Per il primo cittadino Tassone, bisogna distinguere: «Se parliamo di turismo radici dedicato riscoperta degli avi con una indagine sociologica e una sociologia della migrazione, apriamo un discorso a lungo termine. Attività che, pur avendo costi alti, potrebbe avere come risultato il ripopolamento dei territori. Ricerche di questo tipo abbinate ad un marketing territoriale porterebbero alla valorizzazione dei luoghi e vecchi mestieri e al contempo al recupero delle economie dei singoli paesi. Lo spopolamento ha infatti avuto come effetto anche la perdita delle antiche attività come artigianato, l’agricoltura, aziende boschive. Oggi mancano soprattutto le persone che vogliono continuare questi lavori che richiedono sacrifici, manca l’orgoglio dell’appartenenza». Sentirsi parte di una comunità, riscoprire le proprie identità e radici non è facile: «C’è da lavorare. Nei mesi scorsi a Brognaturo abbiamo cercato di realizzare eventi di più ampio respiro. Tarantelle e sagre sono iniziative aggreganti ma anche vedere ampia partecipazione per appuntamenti culturali capaci di lasciare dietro di sé messaggi e contenuti più importanti ci ha fatto capire che la strada tracciata è quella giusta».
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