Alluvione 3 luglio 2006, imprenditore vibonese risarcito dopo 17 anni
La battaglia del consigliere regionale Ernesto Alecci che è riuscito a sbloccare i fondi incagliati nella burocrazia. «Troppi anni per avere giustizia»
Il consigliere regionale Ernesto Alecci attraverso una nota stampa accende i riflettori sui mancati contributi che da 17 anni attende un imprenditore vibonese che nella tragica alluvione del 3 luglio del 2006 ha perso tutto. Drammatico il bilancio di quel violento nubifragio. 3 morti tra cui un bambino di soli 16 mesi, quasi 100 feriti e danni per quasi 200 milioni di euro. «In quell’occasione – scrive Alecci – molte famiglie perdevano tutto. Privati cittadini così come attività commerciali e imprenditori venivano messi in ginocchio da quella terribile tragedia che è stata anche un colpo durissimo per la già fragile economia del territorio. Ebbene, circa un anno e mezzo fa – prosegue il consigliere regionale – sono stato contattato da uno di questi imprenditori che a distanza di anni non aveva mai ricevuto i contributi che gli spettavano e per cui aveva già fatto la richiesta molti anni prima.
Con caparbietà e determinazione ho voluto andare a fondo alla cosa, per capire dove risiedesse il problema. Mi sono recato più volte presso gli uffici preposti in Regione Calabria finchè, insieme ad alcuni funzionari della Protezione Civile che ringrazio per la disponibilità, abbiamo individuato il fascicolo e capito quale fosse il problema: una semplice “formalità burocratica”, la mancanza di alcuni dati all’interno di un documento che avevano fatto incagliare la procedura. Una volta forniti questi dati, è stato possibile, dunque, effettuare un bonifico di quasi 40.000 euro alla famiglia in questione attraverso il Programma emergenza alluvione. Una famiglia che era riuscita a mantenere in vita la propria attività imprenditoriale solo grazie ai genitori anziani, che con i loro risparmi avevano aiutato i figli ad andare avanti. Ma se questa è una storia con un lieto fine, occorre pensare anche a tante altre famiglie con una situazione economica diversa, che magari dopo la tragedia di quel luglio 2006 non sono più riusciti a riprendersi e hanno dovuto, purtroppo, chiudere la propria attività. Non è giusto – afferma Alecci – dover aspettare 17 anni per avere giustizia! La Calabria deve aspirare a diventare una Regione finalmente “normale”, in cui i diritti delle persone – conclude – devono essere garantiti nei tempi giusti».
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