Turismo a Pizzo tra fede, cultura e mare: «È una città d’arte, destagionalizzare per crescere»
L’analisi di Francesco Pascale, presidente dell’associazione Kairos: «Piedigrotta e il castello Murat siti di punta. Ma bisogna fare ancora di più e puntare ad un turismo attrattivo non solo pochi mesi all’anno»
Il mare, i palazzi storici, le sue chiese e i monumenti. E poi il tartufo gelato, U spunduni, le viuzze strette. Pizzo è tra le mete turistiche più apprezzate in Calabria. Il castello Murat racconta la storia della città napitina. E poi, tra i siti più gettonati, la chiesetta Piedigrotta scavata nell’arenaria, dove arte e fede si incontrano e si fondono. Sulle caratteristiche rendono Pizzo un centro turistico d’eccellenza, sugli aspetti da valorizzare per il rilancio sociale e culturale nonché sul futuro del turismo, ne abbiamo parlato con Francesco Pascale, presidente dell’associazione Kairos Pizzo che si occupa della gestione del Castello Murat e Piedigrotta.
Pizzo, fede e tradizioni
«Pizzo -spiega Pascale-si risveglia, come tutte le località turistiche calabresi dal lungo inverno, purtroppo solo ad aprile. Solitamente è la Pasqua a dare il via alla stagione. Il volano che muove le attività -aggiunge- è la chiesa di Piedigrotta, il “nostro gioiello”, come ci piace definirlo». Ci sono poi, «il castello Murat che per la sua valenza storica e la posizione strategica, tiene il passo. E la piazza centrale, il famoso salotto cittadino che consente la degustazione del tartufo gelato, eccellenza prodotta dai nostri maestri gelatai».
L’analisi del referente Karios è chiara: «Pizzo è città d’arte e non ci spaventiamo a definirla tale, un contenitore di bellezze che ancora deve mettere in mostra il suo patrimonio. Storie centenarie che bisogna raccontare, siti da aprire e valorizzare». Il riferimento è allo stabile della Tonnara, sito sul lungomare Cristoforo Colombo, Marina di Pizzo: «Un luogo capace di raccontare la nostra storia, le nostre radici, il famoso “terzo polo museale” ma ad oggi chiuso». Il legame tra la cittadina è il mare rappresenta un elemento turistico e culturale su cui si spinge molto: «È anche la città del tonno e l’arte della tonnara intrapresa in passato è l’identità della nostra città. Basti pensare – aggiunge il presidente Kairos – ai suoi canti oggi conosciuti attraverso le opere letterarie di Lomax. Questo è l’esempio di come questo patrimonio debba essere adeguatamente valorizzato».
Spiagge e mare a cui s’aggiungono fede e le tradizioni gelosamente custodite: «Le chiese di Pizzo sono ben 11 in una piccola comunità di 9.000 abitanti circa. Sono – racconta Pascale – musei di arte sacra ed il duomo dedito a San Giorgio custodisce la tomba del re Murat e del poeta di Dio Antonino Anile, uno dei primi ministri dell’istruzione».
Turismo da destagionalizzare
Al pari di altre rinomate località di villeggiatura calabresi, Pizzo punta ad un turismo che non si riduca a pochi mesi all’anno: «Destagionalizzare è sinonimo di crescita, a mio modesto parere. La città – sottolinea l’esponente della Kairos – se si vuole definire una località turistica deve imparare a lavorare 365 giorni l’anno. Nuove possibilità vengono offerte dalle forme di turismo definite “esperienziali”. In tale contesto, il visitatore scopre e vive la comunità. Non possiamo e non dobbiamo limitarci ad accogliere le masse che invadono la cittadina solo nei mesi estivi».
Si dovranno avere spunti e idee per aumentare l’offerta turistica: «Come? Organizzare eventi di qualità che ci proiettano nello scenario internazionale, sfruttare la nostra storia, trasformare le nostre tradizioni in oggetto di studio. L’arte della pesca, il famoso tartufo gelato, sono materie da studiare e da raccontare, prendo sempre come esempio un piccolo paese della puglia San Marco in Lamis, paese natio di mia suocera che ho imparato a conoscere in questi anni. San Marco oggi è famoso per l’arte della panificazione. Piccoli forni che la mattina all’alba profumano le vie cittadine, panificatori di quasi 90 anni che oggi sono veri e propri docenti. Insegnare quest’arte, tramandarla di famiglia in famiglia è una forma di turismo esperienziale il tutto contornato da un grande evento dal nome ‘Grani futuri’ che trasforma un piccolo borgo in un vero e proprio polo internazionale dove studiosi da tutto il mondo si recano per ammira quest’arte».
I siti di punta di Pizzo
Nel frattempo il castello Murat e Piedigrotta, anno dopo anno, registrano visite in aumento: «Si parte con le scuole da marzo. Agli studenti offriamo servizi guidati, piccoli laboratori didattici. Maggio, invece, è il mese delle comitive. Fortunatamente – specifica De Pascale- i due musei rientrano nell’itinerario dei grandi tour operator. Pizzo si inserisce anche nel target del turista locale che il sabato e la domenica decide di trascorrere in maniera alternativa il weekend».
Il presidente dell’associazione culturale ritorna dunque al punto di partenza, ovvero riuscire a promuovere quanto la natura ha concesso al centro costiero: «La nostra storia viene dal mare, basti pensare che anche la formazione, con l’Istituto tecnico nautico, si fonda su di esso. Le nostre calette oggi poco conosciute sono un patrimonio da valorizzare. Escursioni in barca, snorkeling rappresentano attrattive turistiche mai proposte, che possono incentivare nuove forme di lavoro e di economia cittadina».
LEGGI ANCHE: Spilinga e la Madonna della fontana, viaggio nell’origine del culto tra storia e leggenda
Parghelia e il mare: dai “tonnaroti” alle leggende sul quadro della Madonna di Portosalvo