Vibo, la festa del Primo Maggio celebrata nello stabilimento della Baker Hughes
Nella sua omelia don Pietro Carnovale responsabile diocesano della Pastorale sociale si è soffermato sul diritto al lavoro
Nonostante il tempo incerto, con quel po’ di coraggio e di speranza che non deve mai mancare, si è svolta regolarmente a Bivona, con una notevole adesione di partecipanti, la Festa di San Giuseppe Lavoratore. Dopo alcuni anni di fermo a causa del Covid, come da tradizione nella giornata del primo maggio, Festa internazionale del lavoro, la statua del Santo è stata portata a spalle da lavoratori e lavoratrici sino allo stabilimento industriale della Baker Hughes, meglio nota per l’antico nome di Nuovo Pignone.
Nell’accogliente area verde dell’azienda, don Pietro Carnovale, responsabile diocesano della Pastorale sociale del lavoro, ha celebrato la Santa Messa insieme a don Nicola Scordamaglia parroco di Bivona-Porto Salvo, liturgia all’aperto animata dai canti del coro. Il Vescovo, mons. Attilio Nostro, pur essendo suo forte desiderio, è stato impossibilitato a presiedere la celebrazione eucaristica per motivi di salute. Nell’omelia, don Pietro, si è soffermato sul diritto al lavoro, la realizzazione dell’uomo nella dignità di un lavoro utile e onesto, il lavoro da considerare come sacrificio ma che rende dignitosa la vita nella famiglia e nella società. Non è mancato anche un accenno alla grave problematica della disoccupazione specie giovanile.
Nel saluto finale la direttrice dello stabilimento Baker Hughes di Vibo Francesca Marino, ha ringraziato tutti i partecipanti tra cui numerosi lavoratori, ricordato la storia dell’azienda presente nel territorio da oltre 60 anni, l’ importante ruolo svolto dai lavoratori di ieri e l’impegno di quelli di oggi nel mantenere attiva un’importante azienda che guarda al futuro, l’impegno primario sulla sicurezza nel luogo di lavoro, sottolineando, infine, l’importanza dell’integrazione con il territorio.
In conclusione, don Nicola ha fatto proprie le parole della direttrice, soffermandosi sull’importanza di un territorio che è sempre stato produttivo, sin dai tempi antichi, conosciuto anche per l’esportazione di prodotti dal porto. Condizioni e potenzialità ancora da promuovere al meglio per contribuire ad uscire dalla crisi occupazionale , favorendo lo sviluppo di un polo industriale che ha visto Bivona e Porto Salvo come luogo di lavoro e residenza per numerose famiglie di lavoratori.
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