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Cassa integrazione, nel Vibonese incremento del 215% dal 2019 al 2022

Sono i dati di uno studio condotto dal sindacato Uil. Negli ultimi dodici mesi il ricorso agli ammortizzatori sociali in Calabria è calato rispetto agli anni del Covid, ma di contro è aumentata la schiera dei disoccupati

Cassa integrazione, nel Vibonese incremento del 215% dal 2019 al 2022

Nel 2022 il ricorso agli ammortizzatori sociali in Calabria è calato in maniera sensibile. Con oltre 6 milioni di ore cassa integrazione, nelle varie forme previste dalla legge, la nostra regione occupa il quintultimo posto della classifica riferita a tutti i territori regionali della penisola. È quanto emerge da uno studio del servizio Uil lavoro, coesione e territorio Calabria. «Quello che non ci conforta, però – afferma il segretario generale regionale Santo Biondo commentando i dati – è il fatto che al calo degli ammortizzatori sociali corrisponda un incremento dei tassi di disoccupazione riferibili all’intera regione. Pertanto, chi esce dalla rete di protezione della cassa integrazione andrebbe ad infoltire la schiera dei disoccupati. Se a questi dati si aggiunge anche il taglio degli ‘occupabili’ dei percettori del Reddito di cittadinanza, che sono circa 220 mila, il quadro sociale della regione si fa ancora più fosco di prima. Per questo siamo convinti che in Calabria sia necessario perseguire l’applicazione di politiche attive del lavoro moderne ed efficienti, sia importante mettere una lente d’ingrandimento sulla fase attuativa del programma Gol che ha avuto come fase propedeutica la presa in carico dei beneficiari da parte degli uffici regionali. Adesso la sfida più importante sarà quella dell’inserimento dei beneficiari all’intero dei percorsi previsti dal programma». [Continua in basso]

«Questa azione – sostiene Biondo – si lega al rafforzamento dei centri per l’impiego sui cui si registra un rallentamento e alla creazione di politiche attive del lavoro che, in discontinuità con il passato, rappresentino un vero rafforzamento del tessuto produttivo locale e un elemento attrattore per gli investimenti privati da fuori regione. Fermo restando che è necessario attivare tutti i percorsi utili ad attrarre investimenti privati perché il lavoro non si crea per legge. Occorre non attardarsi nella costruzione di una politica industriale regionale che metta insieme misure nazionali, operatività della Zes, politiche regionali aprendo un confronto permanente fra istituzione, sindacato e impresa, provvedendo ad ad istituire un tavolo regionale del lavoro. È fondamentale costruire opportunità di sviluppo attraverso le occasioni offerte da una concreta attuazione delle missioni previste dal Pnrr e attraverso una spesa che sia veramente efficace del Por 21/27».

I dati

Stando ai numeri dello studio, rispetto al 2020 e al 2021, anni di piena pandemia da coronavirus, il calo è stato netto ed ha fatto segnalare un décalage significativo – considerato che nel 2021 il totale di ore di cassa integrazione e di fondi di solidarietà si attestava a oltre 40 milioni e l’anno precedente, quando il Covid 19 stava lasciando il suo segno profondo sulla tenuta economica ed occupazionale di tutta la penisola, il totale del monte ore ammontava a oltre 51 milioni. Un dato in controtendenza rispetto a quello fatto segnare dall’area meridionale nel suo complesso che con un totale 161,3 milioni ore, segnala aumento del 93,2% rispetto al 2019, in un quadro generale che non ci parla di un’uscita definitiva dal percorso di tutela del lavoro legato all’utilizzo degli ammortizzatori sociali. [Continua in basso]

Scendendo dal dato generale a quello territoriale, poi, emerge chiaramente che – per quanto attiene i dati riferibili al ricorso alla Cassa integrazione – è la provincia di Catanzaro quella a far registrare il calo maggiore fra quelle calabresi, con un -19%. Basso, invece, l’incremento in provincia di Reggio (+1,9), mentre i territori di Cosenza (+176,3%) e quello di Crotone (+76,1%), nonostante il sensibile calo delle ore di cassa integrazione richieste, appaiono ancora essere in maggiore sofferenza dal punto di vista occupazionale. In quanto al ricorso alla cassa integrazione ordinaria è la provincia di Vibo (+215,5%) a far segnalare lo scostamento più rilevante. A Crotone, invece, va il primato fra le province calabresi per quanto attiene il ricorso alla Cig ordinaria (60 mila ore circa) che la piazza al secondo posto fra le 15 province italiane che si sono segnate per il minor ricorso a questo ammortizzatore sociale nel 2022. Classifica che vede anche Vibo in ottava piazza (136 mila ore circa di Cio) e Reggio: quattordicesima con 236 mila ore circa richieste. A Cosenza (+181,2%), infine, spetta il picco più alto per la Cassa integrazione straordinaria, con Catanzaro che fa registrare la flessione maggiore (-45,4%).

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