Balneari, niente proroga delle concessioni oltre il 2023: molte le strutture nel Vibonese
Lo scenario provoca una situazione di grande incertezza per i titolari dei 537 stabilimenti balneari calabresi
Il partito di maggioranza al governo ha valutato che una proroga delle concessioni non vale uno scontro frontale con l’Unione Europea per cui ha deciso di ripensarci sul tema, togliendo dal decreto Milleproroghe la proposta che chiedeva di cancellare il termine del 31 dicembre 2023 per mettere a gara le concessioni. La proposta non è stata segnalata dal partito della Meloni e quindi non sarà portata in discussione al Senato. Sul destino delle spiagge italiane la maggioranza al governo si presenta in ordine sparso: mentre FdI ha fatto dietrofront, Forza Italia e Lega hanno depositato due emendamenti che prevedono una proroga delle concessioni eliminando il termine del 31 dicembre 2023 e di estendere l’efficacia delle concessioni fino al varo della riforma complessiva del settore. [Continua in basso]
La messa a gara degli stabilimenti balneari entro la fine dell’anno è prevista dalla normativa Ue sulla concorrenza e anche il Consiglio di Stato ha confermato la validità della direttiva. Da sottolineare che la Commissione europea ha già aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia a causa dei ritardi dei governi precedenti. Uno scenario confuso e contradditorio sul tema delle spiagge, che provoca una situazione di incertezza per gli operatori balneari, che hanno anche protestato per l’aumento del 25% dei canoni e hanno chiesto al governo l’apertura di un tavolo di confronto. Il settore dei balneari è costituito in Italia da circa 30 mila operatori e conta un milione di addetti tra diretti e indiretti. Un importante comparto economico anche in Calabria, dove sono stati censiti 537 stabilimenti e che è presente in misura significativa anche nella provincia vibonese.
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