martedì,Dicembre 3 2024

Vibo Marina, maxi commessa commerciale in partenza dal porto con la nave “Western Rock”

Da questa mattina è ormeggiata presso la banchina Bengasi. Imbarcherà moduli di macchinari prodotti nello stabilimento Nuovo Pignone e che verranno poi assemblati a Marina di Carrara

Vibo Marina, maxi commessa commerciale in partenza dal porto con la nave “Western Rock”
Macchinari in attesa di essere imbarcati

La nave tutto-ponte “Western Rock”, di circa 3.000 tonnellate battente bandiera olandese e proveniente da Istanbul, è da questa mattina ormeggiata presso la banchina Bengasi. Imbarcherà moduli di macchinari prodotti nello stabilimento Nuovo Pignone di Vibo Marina e che verranno poi assemblati a Marina di Carrara prima di essere destinati in varie parti del mondo. Nella bilancia commerciale della Calabria, la differenza tra il valore complessivo delle esportazioni e quello delle importazioni di merci è di gran lunga a favore di queste ultime. C’è tuttavia un settore che porta lavoro e prestigio ed è quello rappresentato dal polo metalmeccanico vibonese. Dal porto di Vibo Marina vengono infatti esportati in tutto il mondo macchinari di alta tecnologia: si tratta di turbine di raffreddamento in acciaio inox utilizzati dai grandi impianti di estrazione di petrolio e gas. Vengono prodotti nello stabilimento Nuovo Pignone, società che attualmente fa parte del colosso statunitense Baker Hughes, ma il cui insediamento si deve all’Eni di Enrico Mattei, che individuò negli anni ’60 il sito di Vibo Marina principalmente grazie alla sua vicinanza con un porto che, all’epoca, era uno dei più importanti della regione. [Continua in basso]

Sollecitata una maggiore funzionalità dello scalo portuale

Concetto, quello della vicinanza al porto, sottolineato più volte anche dall’attuale management. Un’infrastruttura che, tuttavia, andrebbe resa al più presto più funzionale, allargando ad esempio la banchina Bengasi, deputata al traffico commerciale ed all’emergenza grazie alla presenza di attracco per navi ro-ro in caso di soccorsi dovuti a calamità naturali come alluvioni o terremoti. Andrebbe previsto, segnatamente, una vicina area di stoccaggio ed assemblaggio dei pezzi, analogamente a quanto avviene nel porto di Marina di Carrara grazie ad un’intesa tra il Comune toscano, l’Autorità Portuale del Tirreno Settentrionale e il gruppo Baker Hughes. L’area adibita allo scopo potrebbe essere collocata nei siti industriali dismessi vicini al porto (come ad esempio, ex Gaslini, ex Saima, ex Covengas). I pezzi imbarcati a Vibo Marina vengono infatti, il più delle volte, assemblati a Marina di Carrara per essere poi inviati in tutto il mondo, non disponendo il porto di Vibo di uno spazio adeguato. Il polo metalmeccanico vibonese, che non è solo costituito dal Nuovo Pignone ma anche da industrie minori, andrebbe tenuto costantemente presente in ogni decisione politico-amministrativa, ascoltato e supportato al meglio nella difficile competizione nazionale e internazionale in un momento storico in cui l’approvvigionamento di materie prime, come l’acciaio inox e il ferro, è sempre più diventato di difficile reperimento sui mercati internazionali. Inoltre, benché quello dallo stabilimento al porto sia un tragitto molto breve, è necessario che la percorrenza stradale sia quanto più agevole, allargando gli incroci, rimuovendo i vari ostacoli lungo il tratto, eliminando le barriere costituite dai fili aerei di luce e telefono e potenziando, infine, la banchina Bengasi, ad esempio destinando al suo allargamento lo spazio attualmente occupato dai capannoni dell’ex azienda Civam da tempo dismessa.

L’Autorità di Sistema Portuale e la Zes possono dare un grosso contributo allo sviluppo funzionale del porto di Vibo Marina, in rapporto anche allo stoccaggio ed imbarco di questi macchinari made in Calabria, al fine di consentire di lasciare al territorio vibonese questa importante voce di export , evitando che svanisca anche questa opportunità e che i vertici aziendali decidano di privilegiare altri approdi che, benché più lontani, potrebbero offrire maggiori garanzie.

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