Stop alla riqualificazione del porto, le reazioni del mondo politico e imprenditoriale
Il sindaco Elio Costa annuncia la presentazione del ricorso contro il Mise. Per l’assessore Lombardo si tratta di una «decisone drastica», mentre il consigliere d’opposizione Lo Schiavo avverte: «La politica sappia attrarre risorse anziché perderle». Netto l’imprenditore Cascasi: «Progetto senza speranza, logica la bocciatura».
Si registrano, a distanza di alcuni giorni dalla notizia della bocciatura del progetto di riqualificazione del porto di Vibo Marina da parte del Mise, le prime reazioni politiche rispetto alla concreta possibilità di veder tramontare un cospicuo finanziamento di 6,5 milioni di euro (più 1,6 milioni già impegnati per le spese amministrative) previsto dal progetto presentato da Vibo Sviluppo, soggetto attuatore del Patto territoriale della provincia di Vibo cui aderiscono Comune, Camera di Commercio e Provincia.
Un “niet” giunto dal dicastero dello Sviluppo economico, sulla base della carenza documentale rispetto alla rimodulazione del progetto stesso, che pone un serissimo ostacolo a quella che a parere di molti poteva rappresentare l’occasione per il rilancio dello scalo portuale attesa da anni.
Contro questo provvedimento, l’ente promotore ha facoltà di opporsi proponendo ricorso al Tar, entro 60 giorni, o al presidente della Repubblica, entro 120 giorni.
Il ministero mette una pietra tombale sullo sviluppo del porto
Ed è proprio il primo cittadino vibonese Elio Costa, da noi interpellato, a ventilare questo intendimento. Partendo dalla considerazione che «La bocciatura del progetto di riqualificazione del porto di Vibo Marina è da considerarsi illegittima. Pertanto provvederemo a presentare ricorso. Abbiamo 60 giorni di tempo per farlo». Costa assicura poi: «Ci sarà la rimodulazione del progetto, come richiesto, ma le possibilità per concretizzare l’investimento non sono niente affatto tramontate. Restiamo pienamente convinti che si tratta di un’opera che consentirà il rilancio dell’intera area».
Sulla stessa lunghezza d’onda il parere dell’assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Lombardo: «Quella di Mise mi è da subito parsa una presa di posizione fin troppo drastica, anche perché a fronte della prima nota ricevuta non erano previsti termini temporali per l’integrazione dei documenti richiesti. La ritengo una decisione alquanto strana, tanto più che l’ufficio tecnico, al quale va il mio plauso, si è da subito attivato per soddisfare le richieste avanzate». Quindi l’auspicio: «Mi auguro ora che Vibo Sviluppo riesca a far valere le proprie ragioni. Noi crediamo fermamente nel progetto e intendiamo portarlo avanti con tutte le nostre forze, almeno fino a quando non ci sarà una revoca definitiva del finanziamento da parte del Mise. Cosa che ovviamente ci auguriamo non avvenga».
All’occasione persa guarda invece il consigliere comunale d’opposizione Antonio Lo Schiavo: «Voglio augurami che non si lasci nulla d’intentato affinché questo importante progetto non tramonti in maniera definitiva. Il finanziamento per la riqualificazione dello scalo portuale rappresenta davvero un’occasione troppo rilevante per il rilancio dell’infrastruttura, e di conseguenza dell’economia cittadina, per essere accantonata con troppa superficialità. Allo stesso tempo – continua Lo Schiavo – ritengo che dovere primario della politica, nell’esercizio delle sue funzioni, sia quello di attrarre risorse e non di perderle. Pertanto auspico che su questa pratica non si commettano ulteriori passi falsi e che il finanziamento vada a buon fine».
Tranciante il pensiero dell’imprenditore Francesco Cascasi, che non ha mai nascosto le sue idee alternative rispetto allo sviluppo dello scalo. «Sarebbe ora facile dire che l’avevamo previsto – ha riferito in una nota -. La bocciatura del progetto che era nell’aria suscita in noi grande amarezza. Avevamo infatti ripetutamente ribadito, dati alla mano, che quel progetto non aveva alcuna possibilità di ottenere il via libera del ministero. Ciò nonostante si è voluto fare orecchi da mercante, intestardendosi a proseguire nella direzione sbagliata. L’ostinazione di Comune, Camera di commercio e Vibo Sviluppo, a portare avanti, contro ogni logica, quel loro progetto, ha infatti bloccato per anni qualsiasi altra iniziativa in grado di favorire lo sviluppo dello scalo portuale perché ha impedito che si prendessero in considerazione progetti alternativi che avrebbero avuto certamente maggiori possibilità di finanziamento e realizzazione. E adesso ci troviamo con un’infrastruttura potenzialmente importante ma di fatto ingessata».