sabato,Novembre 23 2024

Anche Colacchio ricorre alla cassa integrazione: produzione ferma una settimana al mese

Dopo Callipo, pure il titolare del noto pastificio costretto a misure straordinarie per far fronte al caro energia. L'annuncio dopo un incontro con sindacati e imprenditori nella sede di Confindustria Vibo

Anche Colacchio ricorre alla cassa integrazione: produzione ferma una settimana al mese
L'incontro nella sede di Confindustria Vibo

Dopo l’annuncio di Pippo Callipo, che ha deciso di fare ricorso alla cassa integrazione per 264 dipendenti fermando la produzione per un giorno a settimana fino a dicembre, arriva quello di Rocco Colacchio. Un altro imprenditore del Vibonese costretto, stavolta a cadenza mensile, a lasciare spenti i macchinari e a far rimanere i dipendenti a casa, per ovviare a un caro energia divenuto ormai insostenibile.
«A partire dal 31 ottobre fermeremo la produzione per una settimana al mese e attiveremo la cassa integrazione straordinaria per i nostri 30 dipendenti». Colacchio, presidente di Confindustria Vibo e titolare di un noto pastificio e biscottificio, lo annuncia al termine di un incontro con i sindacati. [Continua in basso]

Presenti, nella sede di Confindustria Vibo, i principali imprenditori della provincia e i segretari delle organizzazioni sindacali confederali, Enzo Scalese (Cgil), Salvatore Mancuso (Cisl) e Pasquale Barbalaco (Uil), accompagnati dalle rispettive delegazioni.

Già a marzo del 2020, nel pieno della pandemia, Colacchio era stato costretto ad attivare la cassa integrazione. Ora la necessità di ricorrervi nuovamente, dopo gli enormi aumenti dei costi e le bollette cinque volte più care rispetto all’anno scorso. «Chiuderemo una settimana al mese, almeno fino a dicembre per evitare extra costi», ha spiegato Colacchio.
Una decisione che, dunque, segue a ruota quella di Callipo e che sarebbero in procinto di adottare anche altre aziende. «Gli effetti del caro bollette che si è abbattuto sulle imprese vibonesi si vedranno tra qualche mese, quando le piccole e medie imprese saranno costrette a chiudere e a mandare i propri dipendenti a casa. Resisteranno fino a dicembre – ha concluso allarmato Colacchio -, a gennaio toccherà alle grandi imprese».

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