Nel Vibonese economia in ripresa, ma l’occupazione non ne beneficia
In occasione della Giornata dell’Economia, la Camera di commercio ha diffuso relativi alla realtà provinciale, dipingendo un quadro tra luci e ombre: aumenta il numero delle imprese ma crolla l’occupazione (3000 i posti di lavoro persi in un anno).
In occasione della XIV Giornata dell’economia, il sistema delle Camere di commercio, ha diffuso dati statistici e analisi relativi alla realtà provinciale con l’intento di divulgare utili elementi di conoscenza e valutazione.
Così, secondo i dati della Camera di commercio di Vibo Valentia, dopo il periodo di lunga crisi che ha contrassegnato in particolare gli anni tra il 2008 ed il 2012, nel 2015 riparte anche il sistema imprenditoriale vibonese, confermando le aspettative di ripresa che si erano già intraviste nel corso del 2014.
Il rallentamento dei tassi negativi di crescita nel corso del 2014 combinati con i segnali positivi provenienti dal resto d’Italia e dall’andamento medio regionale, hanno portato il 2015 a chiudere con un +0,85% di aumento della base imprenditoriale, primo segno positivo degli ultimi cinque anni. In termini assoluti – spiega la Cciaa – al 31 dicembre 2015, il numero delle imprese registrate nella provincia di Vibo Valentia assommano a 13.054 unità di cui 11.772 attive.
E’ il risultato di un tasso di natalità che aumenta, sia pure di poco, passando dal 6,45% al 6,68% e di un tasso di mortalità, che, anche se aumenta leggermente dal 5,61% al 5,82%, finisce per essere più che compensato dal numero delle nuove iscrizioni verificatesi nel sistema imprenditoriale vibonese.
Anche nel 2015, così come avviene già da diversi anni, il tasso di sviluppo del sistema imprenditoriale, misurato dal risultato netto tra iscrizioni e cessazioni al netto delle cessazioni di ufficio, conferma inoltre, nonostante questa riduzione complessiva, che l’economia provinciale ha mantenuto una forte propensione alla creazione netta di imprese.
Tale propensione è stata maggiore per le imprese che si strutturano sotto forma di società di capitali piuttosto che di impresa individuale, confermando la maggiore tendenza degli imprenditori a scegliere forme più complesse ma anche economicamente più solide e più mirate rispetto all’impresa condotta da un unico imprenditore.
Nel 2015 il numero delle imprese nuove iscritte è stato, infatti, pari a 868 unità (erano 842 nel 2014) mentre le imprese cessate, escluse quelle cancellate per motivi d’ufficio, sono state 757 (erano 898 nel 2014). Il saldo complessivo di sviluppo del sistema economico vibonese è quindi pari a 111 imprese.
Tassi di natalità, mortalità e sviluppo imprenditoriale delle imprese totali per provincia. Anni 2012-2015
Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere
Analizzando l’andamento dei tassi di sviluppo imprenditoriale per settore economico si rileva che il settore delle costruzioni si riduce solo di un -0,1%, facendo ben sperare sul superamento della crisi che finora aveva registrato. Ancora in flessione invece il numero delle imprese dell’industria manifatturiera (-0,7%) mentre appaiono in ripresa tutti gli altri settori dell’economia vibonese come il turismo (+2,6%), i Servizi alle imprese (+2,2%), Trasporti e spedizioni (+1,3%); con aumento del +0,5% per l’Agricoltura, altro settore portante dell’economia provinciale.
Si rafforza, anche, nel 2015 la quota delle imprese costituite sotto forma di società di capitale (13,9%) mentre decrescono, a parte le altre forme, le quote delle imprese individuali e delle società di persone, assecondando anche nel 2015 la tendenza al riavvicinamento alla composizione media per forma giuridica delle imprese a livello di area e nazionale.
Rimane in difficoltà il comparto artigiano che subisce ancora nel 2015 una riduzione della base produttiva con un -0,86%, anche se sembra aver recuperato la fase critica del triennio 2012-2014 in cui la base si è ridotta a tassi superiori al 3%.
In flessione il numero delle imprese giovanili, anche se in provincia la loro incidenza percentuale si mantiene superiore sia alla media regionale che nazionale (15,5% contro il 14,5 regionale ed il 10,0% nazionale).
Sostanzialmente stabili invece le imprese femminili che passano da 2075 a 2880 imprese registrate, con una incidenza percentuale pari al 22,2% sul totale delle imprese, percentuale compresa tra l’incidenza media regionale del 23,7% e quella media nazionale del 21,7%.
L’inizio della ripresa non ha trovato, tuttavia, ancora riflesso positivo sul mercato del lavoro. L’occupazione passa, infatti, dal 2014 al 2015 da 41,4 a 38,4 migliaia di unità: perdono posti di lavoro l’agricoltura, il commercio, turismo e altri servizi che perdono complessivamente 2.900 unità (si passa da 11,4 a 8,5 migliaia di occupati).
Economia nel Vibonese/2. Solo un giovane su quattro ha un lavoro