domenica,Aprile 27 2025

Da Francavilla Angitola all’Arabia Saudita, impresa realizza 4 mega cancelli – Video

Un'azienda specializzata nella lavorazione artigianale si è aggiudicata un'importante commessa da un facoltoso cliente saudita

Da Francavilla Angitola all’Arabia Saudita, impresa realizza 4 mega cancelli – Video

4 cancelli, 4,80 m di larghezza per 5,60 di altezza, pesano 2.200 chili a pezzo. Dimensioni inusuali per un cliente inusuale che ha scelto l’azienda del Vibonese, leader nella lavorazione del ferro battuto, per realizzare i cancelli di ingresso della mega villa in costruzione in Arabia Saudita. Il carico partito ieri sera con un trasporto eccezionale è giunto al porto di Gioia Tauro per poi ripartire alla volta del porto islamico di Gedda. Per l’azienda Caruso con sede a Francavilla Angitola è stata una vera e propria impresa. Una sfida che dopo la progettazione e le 140 giornate lavorative, è stata vinta. [Continua in basso]

La vetrina è stata la fiera internazionale di Milano: «A distanza di due anni da quel salone, siamo stati contattati dal cliente, la richiesta era particolare, ma a noi le sfide piacciono». E così è iniziata la progettazione. «Il lavoro – ammette Vincenzo Caruso, che ha ereditato la passione del padre – mi ha tolto qualche ora di sonno. Ci sono volute 140 giornate lavorative, senza contare la progettazione».  Caruso, 45 anni, laureato in Economia e commercio all’Unical, guida l’impresa a conduzione familiare che dà impiego a circa 20 operai. Dal padre Nicola ha ereditato la passione per il ferro battuto.

«Siamo orgogliosi della nostra azienda che da anni investe su attrezzature e risorse umane. Oggi – spiega Vincenzo – ci affacciamo sul mercato internazionale non senza difficoltà. La guerra in Ucraina ci ha penalizzati per vie del blocco delle materie prime. I paesi dell’Est sono infatti tra i maggiori fornitori di acciaio e di ghisa. Il materiale comincia a scarseggiare e i prezzi sono aumentati».  Una situazione preoccupante che l’imprenditore spera si possa risolvere per non bloccare l’economia non solo della piccola azienda del vibonese ma dell’intero Paese. 

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