Vibo senz’acqua, Federmoda: «Negozi e locali costretti a chiudere per giorni vengano risarciti»
La responsabile provinciale Petracca chiede risarcimenti e fa poi presente: «Il caro bollette e l'aumento dell'inflazione presenterà un conto salatissimo per le famiglie ed aumenti del 40% per imprese»
«Il caro bollette e l’aumento dell’inflazione nell’anno appena iniziato, presenterà un conto salatissimo per le famiglie ed aumenti del 40% per imprese del terziario. Che dire del caro bollette acqua? Anch’esse rincarate del 21,5% in appena un anno, senza contare che si ha una dispersione idrica di circa il 44,9%». Questa l’analisi di Antonella Petracca, responsabile provinciale Federmoda che aggiunge: «Ma mai come in questi giorni è diventata l’assenza del servizio idrico una vera e propria emergenza.
È franato un costone che ha portato via la condotta, evento straordinario o no, di fatto siamo sempre in emergenza idrica. Di norma è assente dalle 15:00 circa in poi, sempre se viene erogata acqua non putrita». La rabbia è tanta e «ci si interroga se si provveda a verifiche periodiche ordinarie. Di fatto – aggiunge la referente vibonese – sono stati già stanziati ingenti risorse dalle Regione Calabria per interventi sul servizio idrico ma in concreto sono stati utilizzati? E se sì, cosa si è fatto? Ancora una volta a pagare è il cittadino e le attività produttive. Attività commerciali che già annaspavano in tempi non sospetti, messi in ginocchio dal dilagare della pandemia che ha portato l’economia al collasso e adesso che si sortivano i primi cenni di ripresa ecco che ci si trova a rifare i conti con una sorta di look down non dettato da Decreto del consiglio dei ministri ma dalla crisi idrica ed è paralisi totale».
E ancora: «Negozi di moda, macellerie, panetterie, alberghi, lavanderie, fiorai, bar, ristoranti, parrucchieri, beauty farm. Molti dei quali già fortemente penalizzati da chiusure imposte dallo stato che ne hanno determinato assenza di introiti. Ebbene piove sul bagnato! Ironia… Si auspica che piova per correre a riempire bacinelle. È vero che l’amministrazione comunale si è avvalsa della Protezione Civile della Regione Calabria per mettere a servizio autobotti per rifornirsi con bidoni. Ma le attività come parrucchieri, ristoranti per rimanere aperti necessitano di grandi quantitativi di acqua. E così tocca dar fondo ai pochi risparmi per riempire le cisterne con il prezioso carico. Prezioso in quanto per appena 1000 litri tocca pagare dai 100 ai 120,00 euro… Inaccettabile».
«Pertanto, spero che l’amministrazione comunale voglia accogliere ed accettare la richiesta di farsi carico a risarcire tutte le attività commerciali che hanno dovuto farsi carico. Il servizio idrico è un servizio pubblico, essenziale pertanto diritto inalienabile dei cittadini», conclude Petracca.
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