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Bagarre sulla funivia Vibo città – Vibo Marina, l’ingegnere Ottaviano Ferrieri: «Quel progetto è mio»

Polemiche attorno ai veri ideatori e progettisti dell’opera. La proposta è stata lanciata nei giorni scorsi dall’associazione “Progetto Valentia”, che ha anche fatto sapere di avere inviato l’intero progetto all’amministrazione comunale del capoluogo

Bagarre sulla funivia Vibo città – Vibo Marina, l’ingegnere Ottaviano Ferrieri: «Quel progetto è mio»

Scoppia un autentico caso attorno ai veri ideatori e progettisti della funivia urbana che, se realizzata, dovrebbe unire Vibo città con Vibo Marina. La proposta – lo ricordiamo – è stata lanciata nei giorni scorsi dall’associazione “Progetto Valentia”, che – in un secondo momento – ha anche fatto sapere di avere già inviato il progetto completo di tracciato, stazioni di partenza e di arrivo, oltre ai costi, all’amministrazione comunale del sindaco Maria Limardo nella speranza che l’idea piaccia e che, dunque, si possano reperire i fondi per la sua costruzione. [Continua in basso]

Le rivendicazioni dell’ingegnere

Ottaviano Ferrieri

Ma dalla sede del sodalizio vibonese non hanno fatto i conti con l’ingegnere Ottaviano Ferrieri, il quale rivendica con estrema forza la paternità del progetto in questione, redatto peraltro – dice il professionista – con la sua collaboratrice, ingegnere Maria Concetta Torquato: «Ho letto con rammarico ed amarezza – scrive l’interessato in una nota – l’articolo su il Vibonese.it riguardante il collegamento tra Vibo città e Vibo Marina, con il ricorso ad una funivia urbana. Non conosco, e non mi interessano, i promotori di questa iniziativa, ma è certo che si tratta di una palese violazione di diritto d’autore e usurpazione di idee professionali e di opere di ingegno». Ottaviano Ferreri spiega, quindi, che è «facilmente dimostrabile» che soltanto lui e la sua collaboratrice sono i veri «ideatori e progettisti di detta opera».

Un’idea progettuale vincitrice di un bando di concorso

«Nello specifico – racconta l’ingegnere – il sottoscritto, giorno 24 settembre 2020, veniva dichiarato vincitore del bando di concorso per i “Progetti di territorio-paesaggio calabrese”, indetto dalla Regione Calabria, dipartimento urbanistica-area di intervento: “Per una migliore relazione territoriale: connessione Vibo Marina – Vibo superiore. Accessibilità, sostenibilità e rigenerazione degli spazi pubblici”, proclamato il 24 settembre 2020, numero di registro dipartimento 122 – decreto dirigenziale della Regione numero 9795 del 25 settembre 2020. Primo classificato con assegnazione del premio Cod 04». [Continua in basso]

Maria Concetta Torquato

Tra le «numerose» linee di sviluppo che il progetto prevedeva (connettere il centro urbano di Vibo Valentia con la zona marina; realizzare una viabilità specifica per i mezzi pesanti che dal porto di Vibo Marina raggiunga l’uscita di Sant’Onofrio; potenziare la linea ferrata Eccellente – Rosarno (via Tropea), facendola diventare una vera e propria metropolitana di superficie; migliorare ed ampliare la strada statale 522, la 182, la 606, la 18, la strada provinciale 20, la 22, la 23, la 17 e, soprattutto la 10; realizzare una seconda darsena per il porto di Vibo Valentia da destinare al traffico diverso da quello commerciale), l’idea progettuale cardine   -spiega sempre Ottaviano Ferreri  – riguardava, appunto, la realizzazione di una funivia urbana di collegamento tra Vibo centro e Vibo marina, individuandone, oltretutto il percorso, la fattibilità ed il costo. Al raccapriccio dell’articolo si aggiunge anche la delusione che ha accompagnato la vittoria del bando. Mi aspettavo infatti che la Regione tenesse fede al mandato di dare corso alle idee progettuali dei vincitori, anche per le rassicurazioni avute dal dirigente, Alessandro Romeo, alla presenza del dirigente generale Domenicantonio Schiava, nell’incontro seguito alla proclamazione».

L’amarezza e il «saccheggio»

Ad oggi, però, confida infine l’ingegnere, «non solo non è stato dato alcun seguito, mortificando le idee ed il lavoro professionale e disperdendo, di fatto, risorse pubbliche ed intellettuali, ma mi trovo anche a dovermi difendere del saccheggio delle mie idee e – conclude Ottaviano Ferrieri – del mio lavoro professionale da parte di chicchessia».

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