L’appello dei tirocinanti Miur-Mibact: «Qualche politico prenda a cuore la nostra vicenda»
Da tre mesi in attesa di sapere se verrà dato seguito alle promesse di prosecuzione dell’attività prestata in diversi uffici della provincia di Vibo, dopo il silenzio della Regione e del ministero competente
È divenuta ormai spasmodica, per certi versi insostenibile, l’attesa delle centinaia di tirocinanti che sino allo scorso 28 febbraio hanno operato all’interno delle strutture regionali dei ministeri per i Beni e le attività culturali e dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, decine dei quali in plessi della provincia di Vibo Valentia. Da quando hanno concluso il loro percorso formativo, non hanno ricevuto nessuna sostanziale rassicurazione in merito alla prosecuzione del loro rapporto. E, così, a tre mesi di distanza dal termine del tirocinio, tra di loro di pari passo è aumentata anche la preoccupazione per un futuro occupazionale incerto e ancora tutto da scrivere e da decifrare. Da qui il loro grido di aiuto. «L’8 marzo – afferma oggi Edoardo Pesce, a nome del gruppo – si è svolto un incontro tra l’assessore regionale al ramo Angela Robbe e le rappresentanze sindacali Cgil, Cisl e Uil, firmatarie dell’accordo del 2016, in cui è stato sottolineato l’apprezzamento ricevuto da parte dei soggetti ospitanti verso i tirocinanti (Miur-Mibact) e si è deciso di dare prosecuzione a questi tirocini con attività di perfezionamento utili all’accesso ad opportunità lavorative nei settori in cui si è maturata l’esperienza. Con nota ai ministeri competenti – prosegue – è stata quindi chiesta, come per la Giustizia, la disponibilità a proseguire nelle attività. Ad oggi nessuna notizia è giunta in merito alla prosecuzione di questi tirocini, lasciando padri e madri di famiglia col fiato sospeso e in stato di reale bisogno». Il tirocinante ricorda, poi, che al riguardo è stato interpellato proprio l’assessore Robbe, «la quale sostiene che a bloccare la proroga del tirocinio (Miur-Mibact) sia la mancata autorizzazione da parte dei ministeri. C’è chi sostiene che l’autorizzazione non rientri nei protocolli e non venga rilasciata – aggiunge amaramente Pesce – sta di fatto che dall’assessorato regionale al Lavoro è calato un silenzio incomprensibile in merito alla prosecuzione di tali tirocini e nessun rappresentante politico si sta interessando alla nostra causa. Noi tirocinanti Miur-Mibact – conclude – chiediamo una risposta riguardo alla prosecuzione delle attività di tirocinio e che la nostra dignità non sia lesa ma sostenuta da iniziative valide in termini di prospettive di lavoro future, per noi stessi e per i nostri figli».