Porto di Vibo Marina schiacciato da problemi strutturali: rimane lontano il rilancio
In arrivo 18 milioni di euro che dovrebbero servire per realizzare alcune opere di consolidamento. Ma quali? Parla Antonino Roschetti (“Città Futura”) che indica delle priorità
Al porto di Vibo Marina sono destinati da tempo ben 18 milioni di euro. Frutto di un accordo complessivo sottoscritto a luglio di tre anni fa presso la Cittadella regionale, tra amministratori ed il presidente del tempo della Regione Calabria Mario Oliverio, con riferimento al sistema delle infrastrutture portuali di rilevanza economica nazionale e internazionale. L’importo totale delle risorse superava i 74 milioni di euro. E 18 di questo finanziamento – come detto – arriveranno allo scalo portuale della frazione che dovrebbero servire per realizzare alcune opere di consolidamento. Tali risorse attualmente sono giacenti nelle casse del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ma da più parti si sostiene che il loro stanziamento dovrebbe essere oramai imminente. [Continua un basso]
Non mancano i dubbi
Davanti a queste risorse non manca, tuttavia, chi nutre forti perplessità in riferimento soprattutto al loro utilizzo. A sollevare, dunque, interrogativi è Antonino Roschetti, consigliere del gruppo “Città Futura” al Comune di Vibo Valentia: «In che modo verranno spesi questi fondi? Saranno sufficienti a consentire il rilancio definitivo dello scalo portuale vibonese?», queste le domande che si pone il rappresentante della maggioranza consiliare che sostiene Maria Limardo alla guida della città capoluogo. «Con la legge di riforma dei porti – spiega Roschetti – ed il recente ingresso nell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale ed Ionio, il porto di Vibo Marina verrà gestito in un’ottica manageriale, ossia come una risorsa economica in grado di produrre ricchezza. Ecco perché, a mio avviso, sarà di vitale importanza non commettere errori di valutazione ed individuare nell’immediatezza le azioni prioritarie da intraprendere, al fine di poter consentire all’infrastruttura portuale vibonese di effettuare il definitivo salto di qualità».
I deficit strutturali dello scalo
Roschetti ricorda che l’infrastruttura della frazione «è un porto polifunzionale, e nonostante la sua polifunzionalità sia una risorsa sulla quale scommettere, ad oggi le attività economiche svolte dallo scalo, risultano essere fortemente penalizzate a causa degli handicap strutturali che lo stesso presenta. Esiste una recente ordinanza emanata a marzo scorso dal comandante della Capitaneria di porto di Vibo Marina, che ha ridotto il pescaggio delle navi petroliere che attraccano nella banchina Buccarelli, per la precisione le navi cisterna che intendono ormeggiare presso la suddetta banchina, non dovranno eccedere il pescaggio di 6 metri a poppa e di 5,30 metri a prua. Ciò comporta – precisa il consigliere – che le stesse navi vengano caricate al 50 per cento della loro portata massima, al fine di evitare il rischio di insabbiamento». Ne deriva, quindi, che la funzionalità del porto «è notevolmente limitata con conseguente danno economico a livello regionale, dal momento che ad oggi la Regione Calabria sta perdendo una quota rilevante delle accise, in quanto per coprire il fabbisogno petrolifero, deve ricorrere al trasporto di carburanti da altri porti collocati fuori regione, come Taranto, Catania e altri strutture». Riferisce sempre Roschetti. [Continua un basso]
Dove investire i fondi
Spiegato tutto ciò, a giudizio del rappresentante del centrodestra, per superare le criticità esistenti la priorità da affrontare nell’immediatezza, è costituita proprio dalla messa in sicurezza del porto, ossia – aggiunge l’interessato – «la realizzazione di un Progetto di sicurezza integrato che segua la logica di quelle che sono le esigenze strutturali del porto. Per cui i 18 milioni di euro, a mio avviso, dovranno essere necessariamente utilizzati per la realizzazione di tre interventi prioritari e non più prorogabili».
Prolungamento del Molo Foraneo
Innanzitutto – dice Roschetti – «occorre procedere al prolungamento del Molo Foraneo, di circa 200 o 300 metri, in direzione Caposuvero. Ciò al fine di contrastare definitivamente i fenomeni di risacca interna e di atterrimento dei fondali. Infatti, il fenomeno dell’insabbiamento dei fondali, non si risolve dragando di continuo il porto, visto che in presenza di venti di Maestrale lo stesso si ritorna a riempire di sabbia». [Continua un basso]
Dragaggio dei fondali
Solo dopo aver realizzato questo intervento, avrà un senso logico, a parere del consigliere del capoluogo, programmare interventi periodici di dragaggio dei fondali con particolare riferimento alla banchina Bengasi e all’area Accosti Petroli, che attualmente «sono quelle a maggior rischio insabbiamento, fermo restando che a Vibo marina non viene fatto un dragaggio dei fondali da circa 20 anni».
Messa in sicurezza delle banchine
Contestualmente a quanto detto, occorrerà procedere alla messa in sicurezza delle banchine, con particolare riferimento alla banchina Commerciale. «Visto che in caso di cedimento strutturale, non si potrebbero garantire neppure le esigue attività attualmente esistenti. Pertanto – spiega sempre Roschetti – solo attraverso la realizzazione di questi tre interventi, si potrebbe creare un Infrastruttura Portuale funzionale in grado di potersi interfacciare in maniera efficiente anche con il Retro Porto, e quindi con il Polo Industriale General Elettric, che rappresenta una potenziale ricchezza per il nostro territorio, ricordiamo che in passato il Nuovo Pignone, aveva alle proprie dipendenze circa 600 unità, con un indotto stimato di circa 1.200 persone. Pur tuttavia, io ritengo che per attuare una seria politica di rilancio dell’infrastruttura portuale, necessitano finanziamenti di altra natura e consistenza».
L’affondo finale e un appello
L’affondo finale, Roschetti lo riserva alla Regione Calabria. Sì, perché i tanto attesi 18 milioni di euro «sono soltanto un’infinitesima parte rispetto alle somme che proprio la Regione Calabria introita dal porto di Vibo Marina, grazie al versamento delle accise derivanti dal commercio dei prodotti petroliferi sul nostro territorio. Infatti, – sottolinea in merito il consigliere comunale – i depositi costieri, ormai da anni insediati nel perimetro urbano cittadino, fino ad oggi, non solo non hanno mai generato introiti nelle casse comunali, ma occupando un area a vocazione turistica di rara bellezza, hanno contribuito ad ostacolare nel corso del tempo, lo sviluppo economico e socialedell’intera area retro – portuale. Pertanto, in presenza di un Bilancio comunale asfittico con entrate risicate, la sfida del futuro dovrà essere quella di intercettare nuovi flussi di entrata, facendo in modo – questa la conclusione di Roschetti – che le attività produttive attualmente presenti sul nostro territorio, producano ricchezza e benessere e non solo disagi alla popolazione».