lunedì,Dicembre 2 2024

Comune di Vibo, tirocinanti oramai esasperati: domani assemblea con i sindacati

L’amministrazione chiamata a versare in tempo l’assicurazione a ciascun precario per evitare l’interruzione del rapporto di lavoro

Comune di Vibo, tirocinanti oramai esasperati: domani assemblea con i sindacati
Palazzo Luigi Razza

Sono i precari 2.0. Quelli di ultima generazione. Con un inizio ma senza una fine. Precari a vita, insomma. Frustrati e stanchi: costretti a convivere tra proroghe continue, speranze tradite, promesse disattese e un futuro occupazionale sempre più incerto, traballante e buio. Si lavora per 500 euro al mese, 250mila lire del vecchio conio per intenderci. Una autentica miseria che non consente di programmare nulla. Neanche il semplice domani. Mentre la stabilizzazione si allontana sempre di più, fino a diventare un vero e proprio miraggio nel deserto del precariato globale. Parliamo dei tirocinanti calabresi divisi da anni tra gli enti locali più disparati della regione. Ventiquattro di loro lavorano anche presso il Comune di Vibo Valentia, grazie ai Tirocini a inclusione sociale. Alcuni prestano servizio addirittura da dieci anni e svolgono mansioni nei diversi settori di Palazzo Luigi Razza: dalla portineria ai servizi cimiteriali agli uffici amministrativi normalmente aperti al pubblico, nonché a ruoli afferenti anche materie politiche. [Continua in basso]

Per giorni e giorni i circa 7mila precari hanno condotto una lunga protesta su tutto il territorio regionale per chiedere a gran voce la definitiva stabilizzazione e trovare così, la tranquillità. Non è arrivata, la politica ha posto l’ennesimo rifiuto. È stata, invece, concessa l’ennesima proroga di un altro anno di lavoro ancora: è, infatti, passato di recente al Senato il Decreto Legge Sostegni bis, contenente appunto gli emendamenti riguardo i tirocinanti calabresi, che diventa così Legge. Sono stati, pertanto approvati il contributo di 25milioni di euro per la proroga dei Tis e l’aumento dell’indennità. Adesso dovrà essere la Regione Calabria – che partecipa all’operazione con propri fondi – a predisporre l’apposita delibera per formalizzare la continuità lavorativa dei precari interessati.

Ma non solo: per evitare l’interruzione del rapporto di lavoro – e poi ricominciare l’intera procedura burocratica proprio al fine di riprendere il posto – è necessario che gli enti paghino l’assicurazione. Al Comune di Vibo Valentia l’ultimo giorno di lavoro dei tirocinanti è fissato per il prossimo 17 agosto. Per quella data, dunque, non solo sarà necessario che la Regione abbia fatto i compiti a casa, ma soprattutto che l’amministrazione del sindaco Maria Limardo abbia versato l’assicurazione a ciascun precario in servizio presso l’ente, pena la decadenza immediata del posto di lavoro. Insomma, ancora tanti sono i passaggi che bisogna fare per garantire la continuità occupazionale dei precari. E molti sono i timori tra i tirocinanti impiegati presso Palazzo Razza. [Continua in basso]

Tant’è che per evitare brutte sorprese, e oramai letteralmente esasperati da attese interminabili prima di conoscere il proprio futuro occupazionale, domani mattina, 26 luglio, la Federazione provinciale dell’Unione sindacale di base ha organizzato una apposita assemblea alla presenza dei precari. L’incontro di inizio settimana si terrà alle ore 10,30, presso la sala consiliare del Comune. L’assemblea sarà presieduta dal responsabile provinciale dell’Usb Saverio Bartoluzzi. L’occasione sarà, dunque, utile per fare il punto della situazione, per valutare eventuali azioni e per sollecitare anche l’amministrazione Limardo al pagamento dell’assicurazione in tempi celeri. Va detto, infine, che proprio qualche giorno addietro – in pieni giorni di rivolta regionale da parte dei tirocinanti calabresi – i lavoratori precari del Comune capoluogo hanno indirizzato una accorata lettera al presidente della IV commissione consiliare Politiche sociali Antonino Roschetti per manifestare, tra le altre cose, tutto il loro disagio e la profonda amarezza mista a tanta preoccupazione per uno stato occupazionale incerto da tanti, troppi anni.

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