Negozi chiusi nei weekend, anche i consumatori vibonesi si dividono (VIDEO)
Dopo l’annuncio del ministro del Lavoro Di Maio che prevede lo stop di grande e piccola distribuzione nei fine settimana, la popolazione del capoluogo sembra d’accordo. Ma non mancano le eccezioni
Ieri l’annuncio del ministro del Lavoro Luigi Di Maio: «Sicuramente entro l’anno approveremo la legge che impone uno stop nei week end e nei festivi a centri commerciali ed esercizi commerciali, con delle turnazioni». Oggi, la popolazione si divide tra favorevoli e contrari. Nel variegato mondo dei consumatori sembra prevalere la linea incline alla turnazione, anche se non mancano le opinioni fuori dal coro, supportate da motivazioni riguardanti in particolare le conseguenze sociali del fenomeno. A Vibo Valentia, proprio all’esterno del centro commerciale più grande della provincia, troviamo chi, immedesimandosi nei commessi, predilige la linea governativa: «Credo che sia giusto perché conosco persone che passano sette giorni su sette qua dentro, sono carichi di lavoro e non hanno una vita sociale, non è possibile dedicare tutta l’esistenza al lavoro», ci dice una ragazza. Sulla stessa linea un’altra donna: «La trovo una proposta molto positiva perché, visto l’orario continuato, nei centri commerciali si può venire durante la settimana, mentre nei weekend sarebbe più opportuno uscire, andare nei centri storici e vivere diversamente, piuttosto che chiudersi qui dentro». E, se c’è chi pensa che la decisione andrebbe demandata alla grande distribuzione, qualcuno trova l’annuncio del ministro un’idea sbagliata che non tiene conto del tessuto sociale delle città in cui sorgono i grandi centri: «È un errore – ci dice un giovanissimo – perché in un posto come questo, dove non c’è niente da fare, almeno abbiamo la possibilità di venire qui e vedere gente o fare altro». Tra le persone incontrate anche chi opera da piccolo commerciante: «Sono d’accordo con le parole del ministro. Ho un negozio sul corso ma sono convinta che la domenica sia fatta per stare in famiglia». Insomma, a conti fatti, l’idea del ministro sembra trovare un certo appoggio nella popolazione, mentre c’è chi, come Federdistribuzione, parla di perdita di «decine di migliaia di posti di lavoro», essendo la domenica «il secondo giorno della settimana per fatturato».
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