Rifiuti, Slai Cobas: «Rivedere l’accordo del 2014»
Il sindacato chiede la convocazione di un tavolo in Prefettura mettendo sul piatto il mancato rispetto dell’impegno che prevedeva l’assunzione di ulteriori 15 unità e la riduzione di orario che «rende difficile un ottimale svolgimento del servizio».
Continua a tenere banco la vertenza che vede impegnate le rappresentanze sindacali e i lavoratori del comparto rifiuti in forza all’Ased, società che ha in gestione il servizio di nettezza urbana nel capoluogo. Una nuova richiesta d’incontro al tavolo prefettizio è stata messa nero bianco dallo Slai Cobas e indirizzata, oltre che al locale Utg, anche al sindaco Elio Costa e, per conoscenza, alla stessa azienda.
La richiesta si motiva con «la necessità di un’accelerazione nel piano delle assunzioni da parte dell’Ased che, al momento dell’inizio del servizio, ha provveduto ad assorbire solo una parte dei lavoratori provenienti dalla Progettambiente. Allo stato rimangono da assumere circa 15 unità – spiega il segretario provinciale Nazzareno Piperno -. Circostanza questa che, unitamente all’orario di lavoro di 4 ore, ridotto in seguito all’accordo prefettizio del 21 agosto 2014, crea oggettive difficoltà nel puntale ed efficace svolgimento del servizio, rendendo necessario ed indispensabile implementare il numero dei dipendenti».
Quindi, «l’incontro, si rende necessario anche al fine di pianificare un aumento delle ore di lavoro, a suo tempo inopinatamente ridotte,e che ha determinato una vera e propria sofferenza per i lavoratori e le loro famiglie cui la corposa riduzione della retribuzione non consente letteralmente di arrivare a fine mese».
Lo Slai Cobas parla, a tal proposito, di una «situazione insostenibile, più volte denunciata, che è ora il momento di affrontare seriamente ridiscutendo le condizioni capestro dell’accordo prefettizio del 21 agosto 2014 cui pur il sindacato, dietro le pressioni istituzionali, aveva prestato il proprio consenso ma che hanno rivelato, poi, la loro materiale insostenibilità per i lavoratori in quella che ha rappresentato, di fatto, l’unica clausola dell’accordo ad essere attuata» mentre è stata disattesa «quella parte che prevedeva, con precisi impegni anche economici assunti dall’Amministrazione comunale, l’avviamento al lavoro delle altre unità rimaste all’epoca al di fuori del circuito».
Problematiche «ampie e complesse», dal «rilevante impatto sociale, che è ormai urgente affrontare seriamente alla presenza ed al cospetto delle istituzioni e delle autorità che tanto a suo tempo si erano spese per portare alla sigla di un accordo che ora è più che mai impellente ridiscutere e modificare».