Vibo, Nesci visita Baker Hughes: «Calabria meta di multinazionali virtuose»
Il sottosegretario di Stato per il Sud nello stabilimento della frazione Marina. Dell'azienda che occupa 80 dipendenti ha apprezzato l'impegno per la transizione ecologica
Il sottosegretario di Stato per il Sud Dalila Nesci ha visitato lo stabilimento Baker Hughes di Vibo Valentia, accompagnata dalla direttrice di stabilimento Maria Francesca Marino e dal direttore Affari istituzionali Paolo Ruggeri.
«La Baker Hughes è un’azienda di tecnologia al servizio del settore energetico attiva in 120 Paesi. Lo stabilimento di Vibo Valentia è ad oggi costituito da un organico di 80 dipendenti e crea indotto per oltre 20 aziende calabresi – è scritto in una nota -. Ogni volta che ho l’opportunità di incontrare multinazionali strutturate cerco di esaminare il loro impegno per la transizione ecologica e l’avvedutezza dedicata al capitale umano. Tutte le imprese del Meridione, piccole o grandi che siano, devono perseguire nei limiti delle loro possibilità i massimi standard ecologici auspicabili. La politica ha una responsabilità fondamentale in questo processo». [Continua in basso]
«Nello stabilimento di Vibo – spiega il sottosegretario – ho avuto modo di apprezzare l’attenzione dedicata all’abbattimento delle emissioni CO2 comprovata dall’impianto fotovoltaico di 500 kWp per alimentare il sito con energie rinnovabili. Ho preso atto delle iniziative portate avanti nell’ambito della formazione professionale e le opportunità di stage. Considero molto rilevante la collaborazione con l’Università della Calabria nel progetto Smile, per la realizzazione di una piattaforma digitale nell’ambito dell’industria 4.0 e che vede la cooperazione tra: università, start up e grandi aziende. Di grande interesse anche i progetti dedicati agli istituti scolastici del territorio: Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) ed orientamento su materie Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) in fase di elaborazione per conto del gruppo Women Network costituito dalle ingegnere dello stabilimento. Con l’impegno costante delle istituzioni e delle comunità – conclude – la Calabria dovrà diventare nei prossimi anni una meta sempre più attrattiva per le multinazionali virtuose nella transizione ecologica e sensibili alle esigenze del lavoro che cambia».