Meno posti per personale Ata nelle scuole della provincia di Vibo, i sindacati insorgono: «Inconcepibile»
Le sigle sindacali lamentano un taglio drastico per quanto riguarda i profili di assistente amministrativo e collaboratore scolastico: «Penalizzati i precari»
Meno personale Ata destinato alle scuole del Vibonese. È l’allarme lanciato dai sindacati Flc Cgil, Fsur Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda-Unams, rispettivamente rappresentati da Pasquale Mancuso, Raffaele Vitale, Giuseppe Carlino, Saverio Franzè e Antonio Vacatello.
Posti in meno come personale Ata
«Le organizzazioni sindacali – scrivono in un documento congiunto – lamentano che, nel prospetto relativo al personale ata fornito in sede di informativa provinciale, appare evidente ed ingiustificata una forte contrazione relativa sia al profilo di assistente amministrativo che a quello di collaboratore scolastico, che interesserà solo ed esclusivamente la provincia di Vibo Valentia».
Pur riconoscendo il gravoso ed impegnativo lavoro svolto dal dirigente, la dottoressa Gullì, e dal responsabile del settore, De Masi, si fa presente che «la diminuzione di sette assistenti amministrativi e di tredici collaboratori scolastici (comunicata dall’Ufficio Scolastico Regionale) non può essere sopportabile per un territorio piccolo come quello vibonese».
Tagli per il Vibonese
Per i sindacati «non si capisce come, soprattutto per il profilo di collaboratore scolastico, a parità di organico regionale, sia stato necessario operare una contrazione sulla nostra provincia in maniera così considerevole. Ipotetiche indicazioni di allineamenti e/o compensazioni interprovinciali devono conciliarsi con variabili come disponibilità residue dopo i pensionamenti e particolari considerazioni su rischi di limitate o inesistenti operazioni di immissioni in ruolo e/o mancati trasferimenti da fuori provincia».
«Penalizzati i precari»
Le organizzazioni sindacali provinciali comunicano pertanto di aver già intrapreso tutte le iniziative possibili a tutela della funzionalità delle istituzioni scolastiche e del personale precario, che risultano essere «fortemente penalizzati da tali discutibili operazioni».