Tropea Capitale della cultura, la coordinatrice: «Il sindaco ha violato la legge»
Continua la querelle sull’uscita di scena della città già nella prima fase della competizione: «Macrì non poteva occuparsi del programma»
Prosegue il botta e risposta tra il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, e la coordinatrice del dossier di Tropea Capitale italiana della cultura 2022, Luisa Caronte. Dopo le ultime esternazioni con precisazioni e scambio di accuse reciproco, torna a parlare oggi la stessa responsabile, che, con un comunicato, ha voluto «puntualizzare alcuni passaggi, senza alcuna polemica e accusa», preferendo «attendere qualche giorno per far calmare la situazione e consentire di comprendere al meglio, con animo sereno e privo di condizionamenti isterici, che poco si addicono ad un rappresentante di un’istituzione così importante qual è il Comune di Tropea». [Continua dopo la pubblicità]
«Il sindaco di Tropea – ha precisato la coordinatrice -, contrariamente a quanto affermato, in qualità di presidente del Comitato Promotore, così come previsto nel deliberato della Giunta Comunale n° 10 del 13 gennaio 2020, aveva il compito non solo di sovraintendere ai lavori del Gruppo di Lavoro, ma di informare lo stesso gruppo delle modifiche apportate al dossier, di contro non ha informato né la sottoscritta né il gruppo di lavoro, per tali ragioni non potevo dire e fare nulla, visto che il sindaco non ha voluto diffondere il dossier dopo l’invio al Mibact a differenza di tutte le altre città in competizione. Nella stesura del dossier di candidatura, il mio unico obiettivo è stato quello di ottemperare ai dettami del bando, ed è per questo motivo che nella mia versione ho indicato il mio ruolo di coordinatrice del Gruppo di lavoro, nell’ambito della responsabilità del progetto, cosi come previsto dal bando Capitale della cultura Italiana 2022 all’articolo 4».
Caronte ha spiegato che dall’analisi del dossier «nessuna criticità è stata rilevata in merito alla stesura dello stesso, che è stata affidata dal sindaco ai validissimi componenti del gruppo di lavoro, demandando le funzioni di coordinamento alla sottoscritta, l’unico calcolo e interesse per me era e rimane quello di valorizzare e promuovere il territorio, senza nessun altro scopo, nella fattispecie addirittura a titolo gratuito e volontario, e con una grande passione che mi contraddistingue in tutte le mie attività lavorative ma che a Tropea ha espresso tutto il coinvolgimento emotivo per il legame affettivo che ho con il mio territorio, perché Tropea è il mio territorio! Indipendentemente dalle ridicole definizioni di “meteora” che mi attribuisce il sindaco pro-tempore di questa cittadina, in quanto io sono di Ricadi».
Nel prosieguo del comunicato, la coordinatrice ha rilevato che «dalla pubblicazione delle parti modificate dal Sindaco nella gestione del progetto è stato totalmente escluso il comitato promotore, espressione del partenariato pubblico privato che doveva contribuire alla costruzione progetto di candidatura, così come stabilito dal suo statuto, che è stato approvato dalla giunta comunale e nel quale lo stesso sindaco viene indicato come presidente e viene dato un ruolo di coordinamento alla sottoscritta. Lo stesso comitato costituito in data 7 febbraio 2020, con la sottoscrizione della Regione e la deliberazione dei Comuni del territorio, della Provincia, enti, associazioni, imprese e portatori di interesse diffusi, si era impegnato, nella qualità di partenariato pubblico privato, a cofinanziare il bellissimo calendario degli eventi, lo stesso comitato doveva trasformarsi in Fondazione e divenire ente gestore del programma tropea 2022, così come correttamente doveva essere riportato nel dossier, e come è stato previsto nella versione da me inviata e approvata dal gruppo di Lavoro». [Continua in basso]
«Al contrario – ha spiegato ancora Caronte -, nonostante le mancanze segnalate dalla sottoscritta in merito alle attestazioni di cofinanziamento, nella versione finale modificata dal sindaco, viene violato il principio contenuto negli articoli 51 della legge n. 142 del 1990 e 107 del D. Lgs. n. 267 del 2000, che riguardano la suddivisione dei compiti di governo, di indirizzo e di controllo, spettanti al sindaco e alla giunta comunale, e i compiti di gestione, spettanti ai dirigenti del Comune. Difatti questo dettato normativo costituisce “struttura fondante dell’intera riforma delle autonomie locali” e stabilisce, nella fattispecie, che il sindaco non può insieme alla giunta occuparsi della gestione del programma Tropea 2022, in quanto è organo di indirizzo e di controllo. Questi, invero, proprio nell’esercizio dei predetti poteri di indirizzo e controllo, avrebbe dovuto e potuto sollecitare, anche sulla scorta degli indirizzi forniti dall’organo giuntale, il responsabile del servizio ovvero il dirigente competente all’adozione degli atti opportuni e necessari per farsi supportare nella azzardata modifica apportata, così rispettando il fondamentale ed insuperabile principio di distinzione tra attività di governo ed attività di gestione. Inoltre tengo ad evidenziare che con l’esclusione del comitato promotore e l’indicazione della giunta comunale in qualità di soggetto gestore, il Comune di Tropea si doveva far carico di tutti i costi del progetto. Si evince anche su questa modalità di gestione del progetto una criticità di carattere amministrativo contabile in quanto il comune di Tropea doveva farsi carico di tutto il bilancio di progetto complessivo del cofinanziamento degli Enti aderenti al Comitato Promotore».
Alla luce di quanto esposto, Caronte ha sottolineato come «non sia stata modificata da parte del sindaco una parte irrilevante del progetto, ma è stato effettuato uno stravolgimento della governance, che ha reso inammissibile l’elaborato per violazione dei principi elementari di suddivisione dei compiti di indirizzo politico e di indirizzo amministrativo. Le dichiarazioni testé fatte hanno lo scopo esclusivo di fare chiarezza sulla vicenda che ha appassionato il sindaco e che ci si augura finiscano qui e portino il sindaco di Tropea ad occuparsi dell’amministrazione del territorio. Quanto detto per evitare che si sconfini di nuovo in dichiarazioni che possono innescare conseguenze giuridiche rilevanti», ha concluso la responsabile.